Giornata della Memoria: Rimini. La storia di una famiglia in mostra a Bologna
20 Gennaio 2024 / Redazione
La storia di una famiglia, i Rimini, attraverso la quale è possibile raccontare la realtà degli ebrei in Italia nei primi decenni del Novecento. Divisa in quattro rami familiari, affronta diversi destini nel periodo della cosiddetta “persecuzione delle vite”, dopo l’8 settembre 1943. Alcuni emigrarono in Brasile, altri furono deportati dietro delazione, altri ancora furono aiutati a nascondersi e si salvarono grazie a persone poi riconosciute tra I Giusti tra le Nazioni dallo Yad Vashem, l’istituzione nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme.
Domani, domenica 21 gennaio 2024, presso il Museo ebraico di Bologna, la mostra “La famiglia Rimini. Storie di emigrazione, deportazioni, fughe e solidarietà”, curata dal Museo con il patrocinio della Regione, apre la settimana di commemorazioni ed eventi che culmina con la Giornata della Memoria del 27 gennaio, ricorrenza internazionale a memoria dello sterminio della popolazione ebraica e di tutti i deportati nei campi di concentramento nazisti.
A rappresentare la Regione, l’assessore alla Cultura, Mauro Felicori. Con lui, tra le altre autorità civili, militari e religiose, il presidente della Fondazione Museo Ebraico di Bologna, Guido Ottolenghi, insieme alle curatrici della mostra.
“È fondamentale- spiega Felicori – tenere viva la lezione della storia, anche attraverso il racconto del quotidiano di queste donne e uomini che videro le loro vite sconvolte a partire dalle leggi razziali del 1938, fino alla fuga e alle persecuzioni. Occorre portare sempre all’attenzione di tutti- continua l’assessore-, e soprattutto dei giovani, l’enorme tragedia della Shoah. Solo ritornando a ciò che avvenne a causa alle leggi razziali volute dal regime fascista in Italia e della follia criminale nazista, possiamo tenere sempre viva la lezione della storia e non ricadere in un passato tanto buio. Ed è altrettanto importante mantenere viva la memoria di chi si oppose a quella follia, schierandosi dalla parte giusta della storia e dell’umanità. Come i Giusti, appunto, che nel nostro Paese e nella nostra regione hanno permesso il salvataggio di ebrei perseguitati e contribuito a diffondere quei valori nati dalla Resistenza al nazifascismo e sanciti nella Costituzione repubblicana”.
Dedicata al pubblico generico, ma soprattutto alle scuole e ai più giovani, la mostra ha l’obiettivo di coinvolgere il visitatore riportandolo alla realtà di persone ben definite e vissute in un territorio a lui vicino.