Grazie Pier Giorgio Pasini da sessant’anni dalla parte dell’arte
1 Maggio 2022 / Paolo Zaghini
Romagna Arte e Storia n. 120/2021: “Omaggio a Pier Giorgio Pasini” – Il Ponte Vecchio.
Che bella cosa l’amicizia. E quella di Ferruccio Farina per Pier Giorgio Pasini è talmente consolidata da decenni di comuni frequentazioni culturali, di impegni condivisi, di stima reciproca che se dovessi additare un esempio di come intenderei un rapporto di amicizia indicherei senza ombra di dubbio la loro.
La decisione del Comitato di direzione della rivista “Romagna arte e storia” di far uscire il volume numero 120 come “Omaggio a Pier Giorgio Pasini”, sin dal momento in cui in questi giorni ho ricevuto il fascicolo, mi è sembrato un gesto stupendo verso una persona a cui in tanti dobbiamo moltissimo.
“Il progetto è nato apparentemente per caso. Dapprima il Comitato di direzione ha pensato di dedicare a Pier Giorgio, suo storico direttore e oggi direttore onorario, l’annuale intervista a personaggi di rango della cultura romagnola. A chi altri se non a lui? Poi un pensiero conseguente: perché privare gli studiosi della sua straordinaria e preziosissima bibliografia? Poi, ancora: perché non ricordare qualcuno dei momenti salienti dei suoi sessant’anni di prolifico impegno nella ricerca e nello studio della storia dell’arte, non solo romagnola? Ed ecco l’’omaggio’ del Comitato di direzione della rivista e degli amici più vicini a Pier Giorgio Pasini”.
Pier Giorgio è in pensione dall’insegnamento da tempo, ha felicemente superato gli 80 anni, è in ottima forma fisica e psichica e i pochi immancabili acciacchi arricchiscono la sua saggezza e non gli impediscono di continuare i suoi studi. E ‘ da poco uscito il suo volume su “Napoleone e le rapine d’arte in Romagna” (Minerva, 2021).
Ma notoriamente Pasini è un personaggio schivo. Così Farina racconta che “questo fascicolo è stato costruito segretamente, a sua totale insaputa (…). Se avesse saputo del progetto avrebbe fatto di tutto per impedirne la pubblicazione”. Ma Farina e il Comitato di direzione della rivista hanno comunque deciso di sfidare l’ira – “forse per la prima volta nella sua vita” – di Pasini. In fondo si è voluto costruire “un piccolo gesto di affetto e di gratitudine”.
Del resto “il nostro omaggio non è nel suo interesse, ma in quello degli studiosi. Soprattutto dei più giovani”.
I testi contenuti nel fascicolo sono di Angela Fontemaggi e Orietta Piolanti con un ricordo del suo impegno per il Museo di Rimini; di Francesca Michelotti e Anna Simoncini sul suo impegno a San Marino; di Oreste Delucca con la cronaca di un’avventura culturale vissuta insieme in gioventù; di Paola Del Bianco con le vicende dell’importante biblioteca della nobile famiglia Battaglini; di Giulio Zavatta che ha curato l’intervista e la bibliografia.
Dall’intervento di Giulio Zavatta traiamo una sintesi del lavoro effettuato nel corso di oltre sessant’anni da Pier Giorgio Pasini: come storico dell’arte, da molti anni si occupa con competenza e passione della cultura figurativa fiorita tra Romagna e Marche. E’ stato Ispettore onorario della Soprintendenza per i Beni artistici e storici di Bologna e ha collaborato per molti anni con tale istituzione sui problemi della tutela, della conservazione, del restauro, del censimento del patrimonio artistico. Ha partecipato con incarichi direttivi o di responsabilità scientifica all’ideazione e all’organizzazione di numerose mostre, da quella su “Sigismondo Malatesta e il suo tempo” del 1970 a “Guercino ritrovato. Collezioni e committenze riminesi 1642-1660” (2002) e “Seicento inquieto. Arte e cultura a Rimini” (2004), solo per citarne alcune delle principali.
Pasini ha inoltre collaborato all’ordinamento scientifico del Museo della Città “Luigi Tonini” di Rimini e del Museo di Stato della Repubblica di San Marino e alla fondazione di alcuni musei comunali e parrocchiali (Santarcangelo, Saludecio, Roncofreddo). Ha scritto volumi monografici sull’arte del Trecento e del Quattrocento, sul Guercino e sul Cagnacci, e ha preso parte a numerosi convegni sugli stessi temi, in Italia e all’estero. Le sue pubblicazioni contano più di trecento scritti tra volumi, articoli e saggi. Direttore responsabile di “Romagna arte e storia” dal 1980 al 2016. Nel 2001 è stato insignito del Sigismondo d’Oro.
Alla domanda di Zavatta su come è cambiata Rimini, Pasini ha risposto così: “Come tutti gli organismi viventi Rimini è cambiata e cambierà: è infatti una città viva, anche se provinciale, poco razionale, divisa, diffidente, troppo incentrata sul turismo e sui suoi profitti. Penso che negli ultimi anni abbia ritrovato il gusto per la sua storia (…) ma a questo sembra sia rimasta estranea la classe politica” per l’indifferenza verso i suoi istituti culturali. L’intervista probabilmente è precedente alle recenti nomine dei nuovi direttori della Biblioteca Gambalunga e del Museo della Città.
L’intervista si conclude con una constazione agro-dolce: “Qualche tempo fa facevo notare a un nipotino che una volta gli anziani erano tenuti in grande considerazione come uomini saggi. ‘Non siamo mica più ad Atene’, mi ha giustamente obiettato lui. Infatti”.
Mi sia consentito di dedicare un mio ricordo personale a Pier Giorgio. Quando a Coriano si faceva ancora cultura e la Biblioteca Comunale cercava di dare una storia scritta alle vicende del Paese curando almeno un volume all’anno (buona usanza persa completamente, come tante altre cose, in questi ultimi dieci anni), nel 1983 per il volume miscellaneo “Coriano, contributi per una storia locale” (edito per i tipi di Romagna arte e storia) gli chiesi un intervento sul pittore corianese Padre Atanasio Favini, personaggio pressoché allora sconosciuto. Nel corso dei successivi 25 anni gli chiesi ripetutamente di dedicare a questo pittore vissuto a cavallo fra Sette e Ottocento una monografia specifica. Sempre troppo impegnato mi rinviava di anno in anno la promessa di farlo. Poi nel 2006 gli dissi che avevo trovata una giovane studiosa a cui l’argomento interessava. A quel punto mi stoppò e mi promise che avrebbe realizzato il volume. La cosa avvenne nel 2008, in un’operazione congiunta Comune di Coriano-Banca Valconca ed il volume “Atanasio da Coriano, frate pittore (1749-1843)” uscì nella collana dei volumi annuali della Banca Valconca. Oserei dire che forse è il volume più bello e meglio riuscito di quella ricca e preziosa collana, purtroppo oggi sospesa. Anche per questo vorrei dire anch’io: grazie Pier Giorgio.
Paolo Zaghini
(nell’immagine in apertura, Pier Giorgio Pasini racconta Tiepolo – RTV San Marino – Fondazione San Marino Cassa di Risparmio SUMS)