I bagnini si mettano il cuore in pace, dal 1° gennaio 2024 lo Stato ritornerà “padrone pieno” delle spiagge
6 Ottobre 2023 / Roberto Biagini
Niente di nuovo sotto il sole rispetto a quello che afferma Mauro Vanni. Siamo agli ultimi colpi di coda di chi non vuole mollare l’osso e perdere i privilegi generazionali di una situazione che ci ha resi vergognosamente unici in Europa. Intanto sarebbe interessante leggere il monitoraggio del Governo per poterlo commentare.
In ogni caso il Consiglio di Stato è da tempo che ha stabilito che la scarsità va interpretata in termini relativi e non assoluti, in termini non solo di quantità di bene disponibile ma anche di aspetti qualitativi di esso, di potenzialità concorrenziali valutate sui singoli comuni concedenti, sulle domande degli imprenditori concorrenti oltre che dei fruitori finali del servizio che tramite il bene demanio marittimo viene immesso sul mercato.
A Rimini, ad esempio, il 91% del demanio marittimo è in concessione e solo il 9% è in modalità libera. Quindi già da adesso, ma a maggior ragione una volta che il Comune, come suo obbligo, stabilirà il giusto equilibrio tra spiagge libere e quelle in concessione, è matematico che a Rimini non esistono e/o esisteranno “zone potenzialmente ancora concedibili” rispetto a quelle già in concessione.
Questo fatto inconfutabile costituisce una barriera di ingresso per i potenziali nuovi operatori alle richieste dei quali il Comune di Rimini non potrà certamente rispondere: “non preparo gare perché in Puglia o in Sardegna qualche “roccia” su cui piantare gli ombrelloni è ancora disponibile, come è disponibile qualche spiaggia nelle foci del Po e dell’Adige e quindi la risorsa non è scarsa”. In ogni caso il valore economico raggiunto ormai dal circuito delle concessioni è tale da qualificare come “altamente appetibile” (interesse transfrontaliero certo) l’opportunità che lo Stato concede, tramite “una autorizzazione”, ad avere ingenti guadagni e quindi si applica direttamente il Trattato UE (art. 49,56,106) che impone le pubbliche evidenze a prescindere dal criterio della “scarsità delle risorse”.
Che si mettano pure il cuore in pace.
Quello che è certo, e non ci sarà decreto “illegittimo” che tenga, è che dal 1° gennaio 2024 lo Stato ritornerà “padrone pieno” delle spiagge: i comuni costieri, l’Agenzia del Demanio, le Guardie Costiere, le Procure della Repubblica dovranno prendere atto di questo ed esercitare le loro prerogative istituzionali.
Roberto Biagini
Presidente CO.NA.MA.L. Coordinamento Nazionale Mare Libero