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E dopo la vittoria di Daniela Angelini al Consiglio di Stato la Lega di Riccione resta sola


I pifferi di montagna andarono per suonare e tornarono suonati


4 Novembre 2023 / Nando Piccari

“I pifferi di montagna andarono per suonare e tornarono suonati”. Peccato che Riccione sia “la Perla Verde dell’Adriatico”, altrimenti quel conosciutissimo proverbio si sarebbe potuto perfettamente abbinare alla “sganasciata” che i legaioli si sono presi dal Consiglio di Stato, la cui sentenza ha ridicolizzato la loro insensata goffaggine istituzionale.

Chiedendo scusa agli amici della Lipu, segnalo che resta però la possibilità di usarne un altro, almeno a giudicare da come la stampa riporta il modo con cui i salviniani locali vanno commentando il tremendo “liscio e busso” appena subito: «Uccellin che canta in gabbia non canta per amor, canta per rabbia».

Per di più i tapini sono costretti ad arrovellarsi in totale solitudine, dal momento che perfino gli alleati si guardano bene dall’esprimere loro una sia pur formale vicinanza.

Fratelli d’Italia ci ha tenuto infatti a ricordare che «noi non abbiamo sostenuto il ricorso al Tar», aggiungendo inoltre un garbatissimo «rispettiamo la sentenza e auguriamo al primo cittadino buon lavoro». Non pervenuta invece Forza Italia, la cui silenziosità politica è oramai diventata consuetudine da quando Mignani, fino a ieri suo leader, ha assunto la funzione di “Fratello d’Italia congiunto”.

Naturalmente è toccato alla cicisbea Elena Raffaelli provare con la sua sintattica stizzosità, come si dice, a “metterci una pezza”. E sì che la poveretta aveva sperato fino all’ultimo che, se non a sostituirla, almeno a precederla nell’esternare il dovuto cordoglio fosse Sua Superbia Morrone, l’immigrato forlivese mandato a fare la guardia ai leghisti della nostra provincia.

Ma lui, che la sa lunga, s’è avvalso della facoltà di farsi scudo del celeberrimo «Va’ avanti te, che mi scappa da ridere», disposto solo a concederle di far seguire alla sua dichiarazione una piccola eco migliorativa, sintetizzabile in questa verbosa pacchianeria: «Consapevolezza di aver agito coerentemente per verificare la correttezza delle operazioni di voto, in nome della trasparenza e per garantire agli Elettori che la Lega va avanti con coraggio per tutelarne la volontà».

Pare insomma di capire che per i leghisti riccionesi l’importante non fosse vincere il ricorso, ma sia stato parteciparvi.
Bello, non c’è che dire, questo loro insospettato spirito decoubertiniano. Anche se sembra assomigliare un po’ troppo alla favoletta della volpe e dell’uva.

Nando Piccari