Home___primopianoI pomodorini fanno male, essendo immigrati extracomunitari

La sovranità alimentare non dovrebbe permettere che questi prodotti alieni si infiltrino nelle nostre scuole elementari


I pomodorini fanno male, essendo immigrati extracomunitari


12 Maggio 2024 / Lia Celi

Così tondi, rossi, sodi e invitanti, più che pomodorini sembravano piccole mele mature. Mele di Biancaneve, disgraziatamente. Perché dopo aver morsicato quei pomodorini, inviati dal Ministero dell’Agricoltura nel quadro del progetto «Frutta e verdura a scuola», i bambini di due istituti riminesi hanno accusato nausea, vomito e bruciori di gola. Non è stato necessario convocare un Principe azzurro per salvare i piccoli, che per fortuna si sono ripresi prontamente, anche se la disavventura non deve avere migliorato il loro rapporto con gli ortaggi. Forse però sarebbe il caso di interpellare l’ineffabile ministro Francesco Lollobrigida, che in attesa di promuovere la sovranità alimentare, qualunque cosa sia, esercita quotidianamente la sovranità di scivoloni, pasticci e topiche, ultima delle quali, pronunciata in Senato per rassicurare i viticultori del Piemonte alle prese con i cambiamenti climatici, “per fortuna la siccità quest’anno interessa il Sud e la Sicilia”.

Qui si tratta di qualcosa di più di una gaffe, a dire il vero. E non riguarda solo le scuole riminesi, perché analoghi malori fra gli alunni sono stati segnalati da altre città. A quanto pare il biondissimo Lollo, ministro per meriti matrimoniali (com’è noto, è il cognato della premier), si è trasformato nella più improbabile e disgustosa versione transgender della strega cattiva e, con la scusa di promuovere abitudini alimentari più sane, ha distribuito agli scolaretti italiani pomodorini tossici.

Ma come, proprio lui, che denunciava la sostituzione etnica come risposta al calo delle nascite fra gli italiani, mette a rischio le vite dei pochi bambini che siamo riusciti a sfornare? La sua collega Roccella spedisce attivisti pro-vita nei consultori, e Lollo spedisce verdure anti-vita nelle scuole elementari? Vabbè che Meloni ha appena cancellato il Family Act voluto dal governo Draghi e non ha fretta di aumentare asili e servizi a sostegno della genitorialità, quindi la schizofrenia sui temi demografici è una tara di famiglia.

Oddio, può anche darsi che il ministro avesse solo in mente un concetto più severo e intransigente di sovranità alimentare. Il pomodoro, alla fin fine, non è un ortaggio di inossidabile italianità. Si è perfettamente integrato sul nostro suolo, fino a farci dimenticare di essere un immigrato arrivato in Europa su un barcone, nella fattispecie il galeone del conquistador Ferdinando Cortès che nel 1540 portò nel Vecchio continente le prime bacche di “xitomatl”, bacca che cresceva nell’America centrale ed era molto usata nella cucina azteca. Forse Lollobrigida ha deciso di espellere questo furbo e compiacente straniero che piano piano si è infilato in tutti i nostri piatti, dalle Alpi alla Sicilia, sostituendo etnicamente tanti ortaggi europei purosangue cari ai nostri antenati: la pastinaca, il corbezzolo, e come non citare il sisaro.

Ma come porre odio fra gli italiani e il pomodoro, se non istillando in loro fin da piccoli timore e diffidenza? Idea: regaliamo alle scuole pomodori spolverati di una sostanza irritante, in modo che i bambini associno l’ortaggio al mal di stomaco. Non ci stupirebbe se il ministero proseguisse la sua operazione di pulizia etnica delle tavole propinando alle scuole altri prodotti originari di lontani continenti, opportunamente adulterati: banane (sud-est asiatico), ananas (America del sud), pesche (Cina) e albicocche (Asia centrale). Alla fine resteranno solo le care vecchie mele, che al ritmo di una al giorno tolgono i medici di torno. Ma non i ministri, purtroppo.

Lia Celi