Non è dato (almeno a noi) sapere chi fosse questo Pugnaloni. Si dice che vivesse nel Borgo S.Giuliano di Rimini e che una mattina dell’inizio del ‘900 abbia detto alla moglie: “A vag a tò al zigaretti, a stag zinch minud!”. (Vado a prendere le sigarette. Sto cinque minuti!)
La leggenda vuole che sia uscito di casa, emigrato in Sudamerica insieme a quel milioncino di italiani migranti per fame verso Argentina e Brasile. Ritorna a Rimini dopo circa trent’anni, il clamore del ritorno dopo tanto tempo, combinato con l’imbroglio dei cinque minuti per le sigarette, a danno della consorte, ha trasformato questa lontana vicenda borghigiana in una frase idiomatica ancora in uso, ben oltre i trent’anni del Pugnaloni. Espressione che ironicamente allude alle promesse dei ritardatari permanenti. “Arrivo fra cinque minuti!!!” dice l’uno. L’altro, conoscendo la sua inclinazione al ritardo, risponde: ”Sé, i zinch minud ad Pugnaloni!”. (Si, i cinque minuti di P.)
Accade, non certo per cinismo, che nel linguaggio popolare ci sia l’attitudine a dissacrare, sbeffeggiare, sorridere sulle vicende umane, anche le meno divertenti. Anzi meno divertenti sono e più ampio sarà lo spazio per l’ironia, uno degli strumenti più usati dal popolo per affrontare le dure salite della vita.
Beppe & Paolo
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