Il bambino Federico in quella Rimini piccola piccola
23 Gennaio 2022 / Paolo Zaghini
Davide Bagnaresi: “Federico Fellini. Biografia dell’infanzia” Edizioni Sabinae.
Rimini è reduce in queste settimane dell’inaugurazione dell’ultima sezione del Fellini Museum presso il palazzo del cinema Fulgor (aperto dal 12 dicembre 2021) dopo l’inaugurazione, lo scorso 19 agosto, delle sale di Castel Sismondo e della manifestazione Fellini Open (dal 18 al 27 gennaio) per i 102 anni del regista riminese.
Ha detto il Ministro della Cultura Dario Franceschini, intervenendo all’inaugurazione di agosto: “Il Ministero della Cultura ha da subito riconosciuto questa nuova istituzione culturale come un grande Progetto nazionale finanziandola con oltre 13,5 milioni di euro a testimonianza dell’importanza e del valore che l’Italia ripone su questo nuovo museo che sarà un’eccellenza e un luogo attrattivo non solo per il territorio riminese ma per il Paese intero. Questo nuovo museo colma un vuoto: in tutto il mondo autori, registi, attori e pubblico continuano ad ammirare e a trarre ispirazione dalle opere di Fellini a cui il cinema italiano deve essere riconoscente anche per aver trasformato un’arte in una vera e propria industria creativa”.
Questa nuova realtà e le tante iniziative che gli stanno girando attorno hanno finalmente consentito a Rimini di “riprendersi” il suo Fellini, ma contemporaneamente di collocarlo nella giusta prospettiva di “cittadino del mondo”.
Federico nacque a Rimini il 20 gennaio 1920 e morì a Roma il 31 ottobre 1993. Indimenticabile il suo funerale il pomeriggio del 4 novembre e l’orazione funebre di Sergio Zavoli davanti a molte migliaia di persone raccolte nel centro Città, prima di venire sepolto nel Cimitero di Rimini.
In occasione del centenario della nascita nel 2020 sono usciti tantissimi libri, in tutto il mondo, a Lui dedicati. Ma le uscite sono proseguite anche successivamente. Fra queste il volume di Davide Bagnaresi, classe 1977, ricercatore storico e docente presso l’Università di Bologna, che ci restituisce il Fellini giovane riminese, fra 1920 e il 1938, prima che a gennaio 1939 salisse sul treno con destinazione Roma.
E’ una ricostruzione pignola di luoghi, fatti e personaggi legati a Fellini. “Trattandosi della vita di Federico Fellini non è mai semplice distinguere la realtà dalla finzione. Lo stesso regista, del resto, non sempre è stato d’aiuto, contribuendo a generare confusione sulla sua vita, specie sul suo passato riminese”. Il lavoro di Bagnaresi non vuole essere “una mito-biografia, ma una ricerca storiografica che testimonia un’infanzia più normale di quanto sembri”, un Fellini che “cresce in una città di provincia in cui severi sono il clima familiare e l’ambiente scolastico, politico ed ecclesiale. E’ un ragazzo all’apparenza come tanti altri con un’educazione religiosa, che ama fare scherzi assieme alla sua compagnia di amici, con una fidanzatina, e che si vergogna a mostrarsi in costume, in spiaggia, d’estate”.
Il “Fellini” di Tullio Kezich, uscito nel 1987 edito da Camunia (e più volte riedito nel corso degli anni successivi da Rizzoli, da Feltrinelli), amico personale di Federico per più di quarant’anni, critico cinematografico del Corriere della Sera, continua ad essere ancora la biografia più completa ed informata del regista. Ma essa prende l’avvio dall’arrivo a Roma di Fellini. E dunque il volume di Bagnaresi integra e completa sicuramente la biografia di Federico giovane, negli anni venti e trenta a Rimini.
Bagnaresi racconta il percorso scolastico del giovane Federico (l’asilo dalle suore col “cappellone”, o meglio le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, le classi elementari presso le scuole “Tonini”, il ginnasio fra il 1930 e il 1935 e il liceo fra il 1936 e il 1938). Si diplomerà il 18 luglio 1938. Sulla sua carriera scolastica è stato spesso scritto che fosse uno studente poco brillante, ma le pagelle ritrovate da Bagnaresi, con numerosi 7 e 8, non dicono questo, anzi “sfatano la fama di ragazzo disordinato, disattento, che prende la scuola sempre sottogamba”.
E poi ricostruisce i profili del nucleo familiare: il padre Urbano, agente di commercio, la madre Ida, casalinga, il fratello Riccardo e la sorella Maddalena. “Quella dei Fellini si configura come una classica famiglia d’impostazione matriarcale romagnola dove la madre, di fatto, compensa l’assenza del marito con un carattere forte. A Ida spetta il controllo della disciplina dei figli, che esercita in modo severo”.
Ed ancora esplora le vicende familiari legate alle case d’abitazione, più volte cambiate nel corso di quegli anni (“dal 1921 al 1939 la famiglia Fellini cambia quattro case, tutte in affitto”).
E poi l’ambiente riminese in cui Federico cresce (“La Rimini vissuta da Fellini non è altro che un borgo chiuso entro il perimetro delle mura cittadine (…) è una comunità ristretta in cui tutti si conoscono”). E i luoghi da lui frequentati: il Cinema Fulgor, il Grand Hotel, la Chiesa dei Servi e quella dei salesiani, la palata sul porto.
Infine i personaggi “bizzarri” presenti in Città, “i mille mestieri, quelli che fanno di tutto per sopravvivere, gli ultimi”: “C’è Vincenzino, il custode delle latrine sempre elegante o Bighin lo svuotatore di pozzi neri del quartiere dei pescatori. C’è Cicogna che segna e urla il punteggio durante il gioco del bracciale (ricevendo in cambio una sonora pernacchia)”, e ancora “Bigulin (venditore senza clienti di laccetti per scarpe), Magnarigoli, Ghitanein, Pumidor, Scurzina, Muslein, Giudizie”. Molti di questi compariranno nei film di Fellini, e non solo in “Amarcord”.
Tanti sono i racconti, gli aneddoti, i personaggi che Bagnaresi ci racconta, legati alla figura di Federico Fellini. Ancora un giovane negli anni descritti, ma che assorbe l’humus cittadino e che lo riproporrà più volte nei suoi film, trasportando Rimini nel mondo con la sua arte e la sua fantasia. Questo libro ci aiuta a capire quali sono questi legami riminesi di Fellini mai dimenticati.
Paolo Zaghini