Referendum contro l’autonomia differenziata: “Si può firmare anche negli uffici elettorali dei Comuni e a San Marino”
2 Agosto 2024 / Redazione
Sono stati sufficienti undici giorni per centrare l’obiettivo formale delle 500 mila firme in calce al quesito che chiede l’abrogazione netta e totale della Legge Calderoli che istituisce l’Autonomia differenziata, la spacca Italia. La campagna era partita solo il 20 luglio scorso con i primi banchetti e la possibilità di firmare online dal sito Internet https://referendumautonomiadifferenziata.com . Il Comitato, presieduto dal presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, prosegue la raccolta firme, estendendo le modalità per sottoscrivere il quesito.
Dove firmare in provincia di Rimini
Da oggi è possibile firmare il quesito referendario in tutti i Comuni della provincia di Rimini, presso gli uffici elettorali.
Inoltre, gli italiani iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (AIRE) residenti a San Marino potranno firmare presso la sede dell’Ambasciata d’Italia a San Marino (viale Antonio Onofri, 117) dal 6 agosto al 19 settembre, ogni martedì e giovedì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00. In questo caso, per poter firmare, è necessario essere iscritti all’AIRE, nelle liste elettorali e presentarsi in Ambasciata con un documento d’identità in corso di validità.
È infine possibile firmare al tavolo del comitato referendario tutti i mercoledì e sabato al mercato settimanale di Rimini in piazza Tre Martiri, dalle ore 9.30 alle ore 13.
Il referendum contro l’autonomia differenziata
Il Comitato di Coordinamento riminese è composto da: Acli, Anpi Provinciale, Anpi Sezione di Rimini, Arci, Auser, CGIL, Coordinamento per la democrazia costituzionale, Federconsumatori, Insieme, Libera, M5S, Pace Terra e Dignità, PD, Più Europa, PSI, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sunia, Comitato ER contro ogni autonomia, UIL.
La Legge sull’autonomia differenziata va abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne.