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Un progetto "anacronistico, dannoso, obsoleto e inquinante"


Variante della SS16 Rimini, Comitato dice 4 NO. Il link per iscriversi


22 Dicembre 2023 / Redazione

Il Comitato “No alla variante della SS16 Rimini – Tuteliamo il nostro territorio”  continua la sua battaglia contro la costruzione della Nuova Variante ss16, un ECOMOSTRO obsoleto e inefficace, a confermare la necessità di evitarne la costruzione e trovare soluzione alternative e  moderne, sono anche i dati Arpae degli ultimi giorni, come cita la pagina web del comune di Rimini “A seguito del bollettino Arpae di oggi, lunedì 18 dicembre, che ha evidenziato una previsione di superamento per i prossimi giorni del valore limite giornaliero di polveri sottili PM10 nel territorio provinciale, entrano in vigore automaticamente da domani martedì 19 dicembre e fino al successivo giorno di controllo (previsto per mercoledì 20 dicembre), le misure emergenziali Liberiamolaria.” Sono entrate in vigore le misure emergenziali atte a diminuire la presenza di polveri sottili nell’aria, ma quante volte è successo quest’anno?

Dai dati presenti sul sito di Arpae il limite dal 01/01/2023 al 30-11/2023 è stato superato ben 32 volte, nella sola centralina di via Flaminia; dunque, senza contare il mese corrente di Dicembre, siamo già vicini al massimo di 35 superamenti previsto per legge, è necessario evidenziare il fatto, che il dato si riferisce a una sola stazione di rilevamento, situata di fronte alla stadio Flaminio, è facile comprendere che non sono registrati i dati relativi alle zone più trafficate del Riminese, per cui i superamenti potrebbero subire un incremento non indifferente. La costruzione di un progetto altamente impattante, a una distanza così ravvicinata dal centro potrà solo che peggiorare la situazione, spingendoci verso un punto di non ritorno.

Il tutto nella quarta regione in Italia per consumo di suolo totale e per aumento netto nell’ultimo anno: “Cresce il consumo di suolo in Italia e l’Ispra nel suo rapporto annuale ne ha da poco certificato la crescita a livello nazionale del 10% in più nel 2022 rispetto all’anno precedente, in un territorio come quello italiano con grandissime differenze a livello regionale. Osservate speciali tre regioni che detengono il podio del consumo percentuale maggiore rispetto alle superfici totali: Lombardia (12,16%), Veneto (11,88%) e Campania (10,52%) seguite da Emilia-Romagna……Rilevante anche le regioni dove sono avvenuti gli incrementi maggiori in termini di suolo netto in ettari dell’ultimo anno: Lombardia (con 908 ettari in più), Veneto (+739 ettari), Puglia (+718 ettari), Emilia-Romagna (+635)”(rapporto annuale Ispra) Articolo (https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/litalia-e-consumo-suolo-ecco-classifica-regione-regione-2236827.html). Tale fenomeno influenza la capacità del territorio di rispondere ad eventi climatici, come le alluvioni, stiamo continuando a pagare giornalmente il prezzo degli errori fatti in passato, in un periodo in cui la consapevolezza nelle possibili conseguenze era inferiore e meno percepibile, ora però, pur avendo vissuto in prima persona tali catastrofi continuiamo a sbagliare cementificando zone versi con progetti di 20 anni fa.  Come sottolinea in un’intervista Francesca Giordano, ricercatrice dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) in un articolo AGI dopo l’alluvione dello scorso Maggio : “Dare la colpa solo al cambiamento climatico è un modo per non volerci prendere la responsabilità di quanto sta accadendo…. gli errori legati a una gestione non attenta del territorio stesso a partire dalla insufficiente manutenzione dei corsi d’acqua fino all’eccessivo consumo di suolo”…… me ad esempio una gestione del territorio non sempre oculata”. Sul banco degli imputati, secondo l’esperta c’è l’eccessiva cementificazione….. “L’Emilia Romagna – spiega Giordano – è una delle una delle regioni in Italia in cui sono più alti i valori di consumo di suolo…. è necessario “fermare il consumo di suolo che – conclude la ricercatrice – determina l’impermeabilizzazione del suolo.” (  https://www.agi.it/cronaca/news/2023-05-18/maltempo_cambiamenti_climatici_emilia_romagna_ispra-21436045/ )

Nel tentativo di contrastare un progetto  fortemente anacronistico, il comitato si sta impegnando a portare avanti diverse iniziative per dare consistenza alle azioni condivise atte a contrastare l’opera, recentemente infatti e sato pubblicato sia un Form Online relativo all’iscrizione, per chiunque voglia diventare socio, con la possibilità di versare una quota volontaria, che una raccolta fondi organizzata sul portale online “GoFoundMe” in cui sarà possibili contribuire con pochi click alla causa e se lo si vuole in forma del tutto anonima, a seguire abbiamo cercato di sintetizzare i motivi per cui è stato creato il comitato, soffermandoci anche sui suoi scopi principali:

Il Comitato “No alla variante della SS16 Rimini – Tuteliamo il nostro territorio” rappresenta una voce unificata di cittadini preoccupati e determinati a proteggere il nostro ambiente e il futuro dei nostri figli. La proposta di Anas per la “Variante della SS16 Adriatica” nel tratto Bellaria – Rimini Nord – Misano Adriatico, per noi, rappresenta un ECOMOSTRO!

Ecco i 4 NO ALL’ECOMOSTRO:

  1. Il progetto è obsoleto. Ideato ormai 20 anni fa, il complesso della nuova variante SS16 è largo 50m e lungo 28Km, a questa si aggiungono raccordi e svincoli per un totale di 1 milione e 200.000 m² di asfalto. Comporta la costruzione di 4 corsie parallele al tratto lato mare dell’autostrada, formando così, un agglomerato da 14 corsie (di cui 4 di emergenza) e moltiplicando le polveri sottili in una città in cui l’inquinamento è già elevato e sfora spesso i limiti. Oltretutto la sua età fa si che non sia efficace; infatti, non sposterà il traffico dalle zone più congestionate, come quelle del centro urbano e della Via Marecchiese, sarà solo una toppa temporanea e mal cucita, che non si potrà più rimuovere.
  2. Il progetto è altamente dannoso per i cittadini. Non tiene conto del mutamento dei contesti abitativi su cui passerà, zone in cui sono sorti nel frattempo interi villaggi (Anas da atto che gli immobili presenti nella fascia di 250 metri sono praticamente raddoppiati, passando da circa 1100 a 2000)ad alta densità abitativa, con nuove abitazioni, scuole e palestre nelle vicinanze, abitazioni che rappresentano per molte famiglie un nuovo inizio, un punto di partenza verso il futuro, con tanto di mutuo sulle spalle da pagare, mentre per altre i sacrifici di una vita, le famose “4 mura” di casa colme di un valore affettivo oltre che economico.
  3. Il progetto inquina a dismisura. Non gliene importa di come siano cambiate le condizioni del terreno, delle falde acquifere e dell’ambiente che ci circonda. La nuova variante SS16 tirerà dritto, cementificando zone verdi e terreni coltivabili, gli stessi terreni da cui prendiamo l’insalata km 0 che poi mettiamo a tavola. Il tutto, sarà ben visibile, a 5 minuti dal centro di Rimini nel suo tratto più centrale, una delle pochissime autostrade urbane in Italia. Basta guardare l’attuale tracciato dell’autostrada e aggiungere 4 corsie per 50m di larghezza.
  4. Il progetto è anacronistico. In un periodo storico in cui basta guardarsi intorno, per vedere come l’ambiente cambia in continuazione e accorgersi che il mondo in cui viviamo ci si sta sgretolando sotto i piedi, presentandoci giornalmente il conto per gli errori fatti in passato. Dovrebbe essere una consapevolezza diversa, ma le cose sembrano cambiare solo a parole, basta accendere la TV o leggere i giornali per sentire, come il concetto di Transizione Ecologica, Mobilità sostenibile e Riduzione del consumo di Suolo piaccia molto a politici ed istituzioni, almeno nei loro discorsi “politichesi” fatti di false promesse, che sono sempre pronti a fare.

Ricordiamoci:

L’obbiettivo centrale della transizione ecologica è ridurre l’impatto ambientale delle attività umane, in particolare le emissioni di gas serra, per contrastare il cambiamento climatico e proteggere la biodiversità. Dunque, un elemento centrale per tale processo è l’implementazione del concetto di Mobilità Sostenibile, cioè all’adozione di modalità di trasporto che sono rispettose dell’ambiente, efficienti dal punto di vista energetico e accessibili a tutti. Ciò include l’uso di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale, come biciclette, veicoli elettrici o ibridi, e mezzi di trasporto pubblico efficienti e capillari.

Insieme, transizione ecologica e mobilità sostenibile rappresentano componenti chiave delle strategie per costruire un futuro più sostenibile e resiliente, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico e a promuovere uno sviluppo più equo e sostenibile per noi e le generazioni future.

Qual è lo scopo del comitato?

La nostra missione va oltre la difesa dei soli espropriati, l’unico gruppo che riceverebbe una forma, seppur minima, di compensazione se il progetto andasse avanti, ma bensì si pone come obiettivo la tutela di tutti i cittadini e del territorio, cioè di tutti quei soggetti che ne comprendono la gravità e l’inadeguatezza, persone interessate all’ambiente in cui vivono e in cui vivranno i loro figli e su cui quindi l’opera avrà un impatto diretto devastante, a livello di inquinamento dell’aria, acustico, paesaggistico e ambientale.

Che cosa rappresenta il comitato?

Il Comitato è un fulcro di condivisione di risorse cruciali, come competenze, conoscenze, tempo e finanziamenti;

La nostra esistenza amplifica l’efficacia nella raccolta e condivisione di informazioni pertinenti sul progetto;

Ci permette di sviluppare argomentazioni concrete e solidali e portare avanti iniziative come petizioni, manifestazioni, incontri pubblici ed altre forme di mobilitazione.

Perché abbiamo bisogno del tuo aiuto?

La tua donazione ci permetterà di finanziare queste attività vitali e sostenere la nostra lotta legale e ogni iniziativa che sarà portata avanti contro la causa. Ogni contributo, piccolo o grande, fa la differenza. Unisciti a noi nella difesa del nostro territorio e nella lotta contro questo progetto che minaccia la qualità della nostra vita e l’integrità del nostro ambiente.

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