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La progettazione del “triangolone”, ultima area strategica rimasta a Rimini. Quelli che "non sono io a cambiare partito, è il partito che cambia senza di me"


Il Comune di Bellaria-Igea Marina butta via 20 milioni di euro


15 Settembre 2024 / Maurizio Melucci

Il Comune di Bellaria I.M. butta via 20 milioni di euro

Si parla tanto di lobby dei balneari che in questi anni hanno impedito qualsiasi riforma del settore. Ebbene nella nostra realtà vi è un’altra lobby: è quella degli albergatori, che impedisce l’applicazione dell’imposta di soggiorno.

Bellaria-Igea Marina, infatti è l’unico comune della costa romagnola dove non si paga l’imposta di soggiorno. Credo anche l’unico comune balneare importante di tutta Italia che non fa pagare l’imposta ai turisti .

Negli ultimi dieci anni il comune di Bellaria ha rinunciato ad oltre venti milioni di euro di imposta di soggiorno. Il calcolo è semplice: deriva dal numero dei pernottamenti, oltre 2milioni ogni anno a Bellaria, per una media di un euro a notte a persona.

Oltre 20 milioni di euro “regalati” alle tasche degli albergatori a scapito di un incasso importante per il Comune, che avrebbe permesso investimenti, riqualificazione delle strutture turistiche, promozione sui mercati, organizzazione di eventi.

Per altro, come dimostrano i dati confrontati con gli altri comuni costieri che applicano l’imposta di soggiorno, non vi è neanche stato un vantaggio competitivo. I dati di Bellaria non sono migliori.

Resta solo il favore agli albergatori, che hanno incamerato l’imposta di soggiorno nei loro prezzi alberghieri. Non si comprende la paura del Comune di attivare un’imposta per altro caldeggiata dallo stesso governo di centrodestra, che ha dato la possibilità ai Comuni di incrementarne la tariffa giornaliera: e tante amminstrazioni dello stesso colore politico non si sono certo tirate indietro.

Di fatto tutti gli investimenti in campo turistico sono sulle spalle dei contribuenti di Bellaria. In particolare dipendenti e pensionati che, come è noto, pagano le tasse anche per molti lavoratori autonomi ed imprenditori del mondo del turismo.

La progettazione del “triangolone”

Il Comune di Rimini con determina dirigenziale del 23 agosto ha dato l’incarico per la predisposizione di un Masterplan generale delle aree (cosiddetto Triangolone) comprese tra Piazzale Fellini, Lungomare Tintori, Largo Boscovich e Viale Cristoforo Colombo. Si tratta dell’unica area che non è stata progettata con il Parco del Mare e che, dal mio punto di vista, ha notevoli potenzialità. Nell’incarico viene specificato che il masterplan dovrà “comprendente ogni elemento di design specializzato e di sostegno alla progettazione atto a esplicitare e sviluppare l’idea ed il concept artistico e l’inserimento nel contesto, con identificazione di sistemi edilizi innovativi e congruenti con il Parco del Mare, illustrazione di elementi per la valorizzazione del paesaggio e del costruito esistente. Il servizio comprenderà la definizione di indirizzi per la futura progettazione di alto contenuto specialistico supportata da ogni forma ed elaborazione di design, modello, prototipi o qualsiasi altra simulazione atta a manifestare l’idea ed il concept artistico”.

L’incarico è stato assegnato allo Studio Gianni Ranaulo Design LA.

Tutto condivisibile. Solo due obiezioni. La prima riguarda l’oggetto dell’incarico. La realizzazione di un masterplan, tempo 45 giorni, come base per la futura progettazione. Il masterplan è un documento di indirizzo strategico che sviluppa un’ipotesi complessiva sulla programmazione di un territorio, individuando i soggetti interessati, le possibili fonti di finanziamento, gli strumenti e le azioni necessari alla sua attuazione. Il rischio che sia troppo generico o molto puntuale tenendo conto dell’ambito territoriale interessato. Sarebbe necessaria anche una discussione approfondita con cittadini, operatori economici e l’associazionismo in tutte le sue forme, durante la realizzazione del masterplan. Mi pare 45 giorni di tempo siano pochi. Il Parco del Mare è stato sbagliato in alcuni aspetti strategici (parcheggi e viabilità) proprio per carenza di confronto. Non commettiamo lo stesso errore.

La seconda perplessità riguarda la “fama” del progettista. Gianni Ranaulo è un architetto e un teorico della media architecture. Oltre a realizzare architetture “di luce” e mediali ha anche dato alle stampe un libro, Light Architecture (che è anche il nome della sua società), in cui propone diverse riflessioni sull’architettura mediale.

Sicuramente presenterà proposte interessanti. Avrei preferito, tuttavia, un concorso d’idee per la progettazione e rigenerazione urbana di quell’area, compreso l’ex teatro Novelli. Non abbiamo più altre aree strategiche di quell’importanza e non possiamo sbagliare

Quelli che cambiano partito

E’ sempre successo e succederà anche in futuro. Esponenti politici che cambiano partiti o anche collocazione politica, passando dal centrosinistra al centrodestra o viceversa. E’ il caso di Giorgio Pruccoli da Verucchio, classe 1968. Ha sempre militato nell’evoluzione politica del Partito Comunista Italiano. Consigliere comunale presso l’amministrazione di Verucchio, assessore presso la Comunità montana Valle del Marecchia, Sindaco del Comune di Verucchio fino al 2014, Consigliere regionale dal 2014 al 2020. Nel 2020 Pruccoli non viene eletto in consiglio regionale (il Pd elegge Emma Petitti e Nadia Rossi). Casualmente, immagino, iniziano i distinguo di Giorgio Pruccoli. Lascia subito il Pd, per avvicinarsi a Calenda. Poi il colpo di scena finale. Lascia il centrosinistra e si candida come consigliere regionale con Forza Italia sostenendo la candidata Elena Ugolini per la presidenza della Regione Emilia Romagna.  Le motivazioni sono al limite del ridicolo politico (“ho sempre avuto le stesse posizioni, sono gli altri che sono cambiati”) oppure che Bonaccini e il Pd nell’ultima legislatura “sono stati schiacciati sui 5 Stelle” (che non erano neanche in maggioranza). La realtà è meno nobile: per cercare un “posto al sole” per qualcuno tutto è lecito. Auguri.

Poi c’è Giorgia Bellucci. Già vicesegretaria del Pd della provincia di Rimini ai tempi dell segreteria di Matteo Renzi. Quando esce Renzi dal Pd esce anche lei e lo segue in Italia Viva. Ora non avendo condiviso la scelta di Renzi di sostenere il centrosinistra (posizione di qualche settimana fa) ha lasciato Italia Viva per passare al neo movimento di Luigi Marattin “Orrizzonti Liberali”. Anche in questo caso Giorgia Bellucci pare pronta a sostenere la candidatura del centrodestra alle prossime elezioni regionali. Auguri anche a lei. Ma soprattutto più attenzione nel Pd nel promuovere a dirigenti di primo piano coloro che hanno in testa solo il carrierismo personale soprattutto se giovani. La “gavetta” fa bene in tutti i luoghi compresa la politica.

Il ministro Tajani con Giorgio Pruccoli