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Fratelli d'Italia chiede l'intervento del ministro Sangiuliano: l'Asilo Svizzero deve sloggiare dall'Anfiteatro


Il disco rotto della destra di Rimini sul Ceis


18 Febbraio 2023 / Maurizio Melucci

Periodicamente, la destra riminese torna all’attacco dello spostamento del Ceis (Centro Italo Svizzero) per completare la parte di anfiteatro romano (dicono loro) ancora seppellito sotto le casupole del Ceis. La presenza ad una iniziativa a Riccione del nuovo ministro della cultura del Governo Meloni, Gennaro Sangiuliano, è stata l’occasione per un incontro con una delegazione di Fratelli d’Italia, che gli ha sottoposto il problema dell’anfiteatro romano di Rimini.

Una discussione che va avanti da oltre 20 anni e che sarebbe ora di chiudere definitivamente. Intanto è utile fare chiarezza.

  • Il Ceis non è una struttura realizzata nel dopoguerra con abusi edilizi come talvolta si vuole fare intendere. Gli approfondimenti degli ultimi anni hanno chiarito in modo definitivo questo aspetto. Tutto è stato autorizzato a suo tempo dal Comune di Rimini. Eventualmente vi potrebbero essere delle difformità che possono essere opportunamente sanate con le leggi vigenti.
  • Nessuno ha mai provato che sotto al Ceis esistano ancora resti dell’anfiteatro romano. Dopo la guerra quell’area fu destinata all’accumulo delle macerie della distruzione di Rimini con i bombardamenti.

Se comunque si vuole fare un parco archeologico che comprenda anche la parte sotto al Ceis, si deve dire con chiarezza:

  • Dove si sposta il Ceis, per mantenere le caratteristiche storiche e funzionali
  • Chi paga lo spostamento, tenendo conto che il Ceis non è nelle condizioni di affrontare un investimento di questa portata.

In assenza di questa chiarezza, sarebbe molto più ragionevole mantenere la memoria storica dell’anfiteatro alla parte esistente attuale e considerare il Ceis un valore pedagogico di primissima importanza nella storia riminese. Un valore da mantenere e tutelare nella posizione attuale chiudendo definitivamente questa discussione. Oppure dire chiaramente che è proprio il Ceis che si vorrebbe chiudere e che di quel valore educativo alla città non dovrebbe importare nulla.

Maurizio Melucci

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