E’ proprio il caso di dirlo: il Cerchio si chiude. Prendete un sindaco che si vanta della sua camicia nera, “nato fascista e morirò fascista”; aggiungete una casa editrice che pubblica Julius Evola e tutti i maggiori esponenti della destra estrema e concludete con il generale Roberto Vannacci. Risultato: il libro “Il mondo al contrario” scritto dal militare e pubblicato dalla casa editrice riminese Il Cerchio di Adolfo Morganti, sarà presentato dall’autore a Pennabilli il 12 ottobre alle 20.30 alla presenza del sindaco Mauro Giannini.
Secondo un sondaggio di Quorum/YouTrend riporato dall’Agenzia ANSA, solo il 12% degli italiani dichiara di avere fiducia nel generale Roberto Vannacci, mentre una ampia maggioranza, il 62%, dice non avere fiducia in lui,
Un dato che pone Vannacci, corteggiato dalla politica nell’ultimo mese, molto lontano dai principali leader attuali del centrodestra come Giorgia Meloni (37% secondo l’ultimo sondaggio Quorum/YouTrend), Antonio Tajani (23%) e Matteo Salvini (22%), ma anche di quelli dell’opposizione come Giuseppe Conte (37%) e Elly Schlein (23%).
Il generale Vannacci ha maggiore successo fra gli elettori dei partiti di governo, pur rimanendo su numeri bassi.
Dichiara di avere fiducia in lui il 22% degli elettori di Fratelli d’Italia e il 23% di quelli degli altri partiti di centrodestra. Solo il 4% degli elettori del Pd e il 6% di quelli del Movimento 5 Stelle ha fiducia in Vannacci. Gli elettori meno giovani apprezzano un po’ di più il Generale Vannacci. Il suo indice di fiducia raggiunge il 16% fra gli over-55, mentre scende al 10% fra gli under-35 e all’8% fra chi ha fra i 35 e i 54 anni.
Nel libro di Vannacci si legge fra l’altro che l’assassinio di Saman Abbas “ha anche trovato tentativi di giustificazione da parte dei multiculturalismi radicali che minimizzano patteggiando per le attenuanti culturali”. Ma “le affermazioni del Generale Vannacci non hanno alcuna giustificazione, anzi ritengo che siano basate su argomentazioni che non trovano alcun sostegno fuori e dentro di questo processo” dichiara all’Agenzia DIRE l’avvocato penalista Gianluca Bocchino, dello studio Tonucci & Partners, che rappresenta la Comunità islamica italiana e la Moschea di Roma al processo (che riprende oggi a Reggio Emilia) per la morte della ragazza pakistana di 18 anni assassinata nel 2021 a Novellara per aver rifiutato un matrimonio combinato.
“Io non so dove il generale Vannacci abbia preso queste informazioni – continua Bocchino – nel processo non c’è mai stato nessuno, tanto meno le organizzazioni islamiche, ad avere una posizione ambigua. Non c’è nessuno, né dentro al processo né fuori che abbia mai sostenuto l’ipotesi di applicazioni di attenuanti religiose. Questo lo dico anche alla luce del fatto che in Italia esiste una giurisprudenza consolidatissima, che non dà alcuna possibilità di riconoscimento dell’attenuante culturale nell’ipotesi di reati che ledono beni essenziali, come quello della vita, tutelati dalla nostra Costituzione”.