Quando posso, e se posso, la Domenica mi piace santificarla: Messa alle 10 da don Giorgio Zannoni, ai Paolotti, e all’una spaccata, il pranzo in casa. Non c’è niente di più bello che stare con gli amici, cazzeggiando a ruota libera, affrontando le più alte vette del pensiero contemporaneo e oltre.
Tavola imbandita come si conviene, e l’Ospite, l’inviato da Dio, porti le bollicine e la mattonella di Marselli. Per tutto il resto c’è l’Adele. La spesa è di mia competenza e mi sono tenuto come sempre, alla stagionalità. Per iniziare, voi sapete che ho un amico che solo di Mercoledì è sulla piazza di Rimini con il suo banco di formaggi. Amedeo è un drago ed io mi affido ciecamente a lui: una scheggia di Reggiano da sballo e formaggio di fossa dei Pintus, a seguire lasagne con i funghi, mozzarella di bufala e zucca. Ma il piatto forte del riminese e del Montefeltro è la salsiccia con le olive. Nel Borgo fortunato, c’è solo l’imbarazzo: Tiberio per la carne e non solo, è una certezza, per tutto il resto c’è Adriano, l’albanese nostrano. Patate al forno ma le olive per me sono già tanta roba. Indi. Piada dei morti della mia amica Deborah Freddi della Moderna di Riccione, il finto ma bello pasticciere non lo conosco, dicono si chiami Oscar! Pere cotte al Sangiovese di Coriano e poi caffè al Varnelli e per i più esigenti anche la Meletti.
Insomma una gran bella Domenica!
Rurali sempre,
Enrico Santini
… E il vino (n.d.r.)