Home___primopianoIl sindaco di Pennabilli al ministro Crosetto: “Giù le mani dal generale Vannacci!”

E Mauro Giannini per difendere l'ex comandante dei parà rimosso dall'attuale incarico si scaglia anche contro le nozze gay di un Carbiniere: "E' così che si umilia la divisa"


Il sindaco di Pennabilli al ministro Crosetto: “Giù le mani dal generale Vannacci!”


18 Agosto 2023 / Redazione

Il ministro Crosetto minaccia sanzioni contro il generale Vannacci, autore di un libro che trasuda razzismo, omofobia e antiambientalismo? A difenderlo ci pensa Mauro Giannini, il sindaco di Pennabilli orgoglioso della sua camicia nera. 

“Ministro Crosetto, giù le mani dal Generale Vannacci”, intima Giannini. E da ex-parà del Col Moschin proclama: “Rispetto per il pensiero di un PATRIOTA! Generale Roberto Vannacci, abbiamo marciato e marceremo sempre insieme. W l’Italia!”

Il post di Giannini su Facebook commenta il lancio ANSA intitolato “Il generale Vannacci contro i gay. Crosetto: ‘Esame disciplinare'”. Ma non potendo contenebre la sua indignazione, il primo cittadino di Pennabilli pubbica immediatamente dopo un secondo post, questa volta a corredo dell’immagine che ritrae le nozze gay di un Carabiniere nel Brindisino: “Ministro Crosetto, è così che si umilia la divisa e il nome delle Forze Armate, è così che si lede l’onore degli uomini in armi!”, spiega Giannini al titolare del Viminale. “LIBERTA’ DI PENSIERO! Generale Roberto Vannacci, non sei solo!”, assicura il sindaco reduce dall’Iraq.

Il libro, scritto e autoprodotto, dal generale Roberto Vannacci, 54 anni, un passato nella Folgore con ruoli di responsabilità nelle forze speciali in molte missioni all’estero, è finito al centro di polemiche con richieste di dimissioni immediate. In oltre trecento pagine, un vero e proprio saggio, l’attuale responsabile dell’Istituto geografico militare snocciola una serie di giudizi omofobi e prese di posizioni contro femminismo, migranti e ambientalismo. Concetti espressi senza mezzi termini, in modo crudo e diretto. Pagine che, come prevedibile, non sono passate inosservate: i primi ad occuparsi del libro shock sono stati i siti specializzati in temi militari e Difesa.

L’Esercito ha “preso le distanze” affermando che non era a conoscenza “dei contenuti” del libro. Né ai vertici militari è stata sollecitata da parte dell’autore alcuna “autorizzazione o valutazione”. Dal canto suo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato una azione disciplinare esortando, via social, a “non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le forze armate”. Il generale Vannacci, puntualizza il ministro, “ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione”.

Il generale però non la pensa così e respinge le accuse, sostenendo che che “le critiche” non lo disturbano. “Al ministro non replico – aggiunge -, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male abbiamo superato quei momenti”.

Il titolo scelto dal generale, “Il Mondo al contrario”, sembra però già un chiaro biglietto da visita su quanto poi messo nero su bianco. Idee provocatorie, prese di posizioni estreme in cui, sostanzialmente, si afferma che la società è schiava delle minoranze, delle lobby. Parlando di omosessuali e coppie gay il generale afferma: “normali non lo siete, fatevene una ragione!”. E ancora: “la normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionali”.

Commentando la polemica sorta su queste affermazioni, l’autore del libro spiega che “la frase sugli omosessuali viene da uno, ovvero io, che è scappato tutta la vita dalla normalità: per questo dico che sono a fianco degli omosessuali nella caratteristica di essere al di fuori della normalità. Nel libro spiego che l’anormalità non è migliore o peggiore, non è buona o cattiva”. Nella quarta di copertina Vannacci prende posizioni contro coloro che, a suo dire, definiscono “civiltà e progresso” quando gli “occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale e quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle”. Parlando della legittima difesa il generale, che si definisce erede di Giulio Cesare, non usa giri di parole. Per l’ex parà se un ladro entra in casa “perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani”, “se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?”. Nel testo anche riferimenti alla questione migranti e alle “discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze”.

Parlando di Paola Egonu, campionessa di volley, Vannacci sostiene che è “italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. Parole e frasi che scatenano la polemica delle opposizioni, che chiedono un intervento del Governo.

A intervenire è stato comunque lo Stato Maggiore dell’Esercito che  ha sollevato dal comando e rimosso da capo dell’istituto geografico militare di Firenze. Vannacci è stato messo a disposizione del comando delle forze operative terresti rimanendo nella sede del capoluogo toscano.

“Quando scrivevo questo libro sapevo che avrebbe dato da discutere ma sicuramente non mi aspettavo questo polverone. Non replicherò a decisioni che arrivano da una catena gerarchica. Lo farò nelle sedi opportune”. Lo ha detto il generale Roberto Vannacci commentando a Diario del Giorno su Rete 4 la sua rimozione.