Home___primopianoIl Tour a Rimini: superbe accueil, inoubliable et affectueux!

L'impresa di Bardet coronata sul lungomare: da far venire le lacrime agli occhi


Il Tour a Rimini: superbe accueil, inoubliable et affectueux!


7 Luglio 2024 / Giuliano Bonizzato

Questo villeggiante francese non ha perso l’occasione di far coincidere la sua vacanza sulla nostra spiaggia con la ‘premiére ètape du Tour’. Ed io approfitto della lunga attesa dell’arrivo qui sul lungomare dalle parti del bagno 72, per una bella chiacchierata con lui. Marc (alla fine ci siamo presentati scoprendo che abbiamo più o meno la stessa età) è stato sempre, come me, uno sfegatato tifoso (e praticante) di ciclismo. Mi dice che sin da bambino stravedeva per il nostro Coppi per le sue vittorie al Tour nel ’49 e nel ’52, anziché per Bobet che pure lo avrebbe vinto nel 1953. – ‘Oui, j’étais fascinè par sa fragilité…’
A dimostrazione che quando entrano in ballo le due ruote, perfino la ‘grandeur’ cede il passo al sentimento…

E a proposito di questo Tour che per la prima volta parte dall’Italia, Marc osserva che la Francia ha sempre voluto sottolineare la dimensione europea della ‘Grande Boucle’–“ Lo abbiamo fatto iniziare per ben sedici volte in uno dei paesi confinanti con la Francia. E la prima città di partenza fuori dall’esagono fu Amsterdam…”
– Beh, però, ci avete messo 101 anni, prima di venire da noi…
– Giusto. Nos plus sincere excuses! La vostra accoglienza è stata davvero superbe, inoubliable, affectueux! E ora… chi vi molla più?
– Grazie, amico! E a proposito che ne dici di questa fuga di Bardet? Riuscirà a non farsi riassorbire dal gruppo?
– Mah! A notre époque era diverso! Le buone squadre di oggi riescono quasi sempre ad annullare i tentativi di fuga per assicurare un arrivo in volata ai loro velocisti. Magari il mio Romain ce la facesse potendo contare anche sul suo validissimo compagno di squadra! Se lo meriterebbe, a 33 anni e ormai a fine carriera! Noi francesi abbiamo sempre sperato che prima o poi ci portasse a casa il Tour, dove è arrivato secondo e terzo…
– Mi pare che l’ultimo l’abbiate vinto con Hinault, nel 1985…
– Già, purtroppo. A differenza di voi italiani che, dopo averlo conquistato con Gimondi nel 1965, avete avuto gli exploit del grande Pantani nel ’98 e di Nibali nel 2014….

Ci siamo!
Si profilano, là in fondo sul lungomare, Bardet e il fido scudiero Van de Broek in fuga con lui a partire dalle salite di San Leo e San Marino. Il gruppo scatenato alle loro spalle si sta mangiando rapidamente quei 25 secondi di distacco rimasti costanti negli ultimi venti chilometri di pianura.

A trecento metri dal traguardo una marea umana incombe alle spalle degli inseguìti. Un ultimo disperato sforzo! Non voltatevi indietro! Ne regarde pas en arrière! Sì! Oui! I due ce l’hanno fatta! Per soli 10 secondi!

Per la prima volta nella sua vita Bardet, che lascerà le corse su strada dopo questo ultimo Tour, indosserà la maglia gialla. Una cosa che se ci pensi, ti fa venire le lacrime agli occhi.
Io e Marc ci abbracciamo.
Perché anche questo è Ciclismo.

Giuliano Bonizzato