Il Triangolone torni allo Stato, Pennabilli alla democrazia e le spiagge al riformismo
1 Gennaio 2022 / Maurizio Melucci
Triangolone
Era marzo del 2017 quando l’allora sindaco Andrea Gnassi annunciava con entusiasmo, il passaggio delle aree del Triangolone, in nome del federalismo demaniale, dallo Stato al Comune di Rimini. Il passaggio al Comune doveva servire per accelerare il progetto di riqualificazione di tutta l’area interessata, da Piazzale Fellini a porto. In realtà da allora non è successo nulla.
E’ notizia di qualche giorno fa che il Comune di Rimini ha rinnovato le concessioni esistenti per un anno. Si tratta di 12 concessioni. Due di queste non sono state rinnovate perché non hanno pagato il canone. Ho sempre ritenuto un errore il passaggio della proprietà dallo Stato al Comune. La ragione della mia contrarietà è semplice. Lo Stato ha passato al comune di Rimini la proprietà delle aree a condizione del pagamento complessivo per quelle aree € 573.860,00 a titolo di canoni che percepiva. In definitiva vi sono concessionari che non pagano il canone al Comune ma comunque lo Stato incassa il dovuto trattenendo quota parte dai trasferimenti al Comune di Rimini. Un pessimo affare. Consiglio di restituire i beni allo Stato (tecnicamente è possibile) e poi discutere del futuro. In questa situazione in quell’area non partirà nessun processo di riqualificazione ma in compenso aumenteranno i contenziosi con gli attuali concessionari.
Pennabilli, un sindaco poco vax e poco democratico
I cittadini di Pennabilli hanno riconfermato il sindaco uscente Mauro Giannini, della Lega, alle elezioni di ottobre. Una vittoria netta con oltre il 67% dei consensi che gli permette di amministrare in tutta tranquillità. Invece pare proprio di no. Ha convocato i consigli comunali impedendo il collegamento a distanza ai consiglieri e cosa ancor più grave senza chiedere il green pass. Solo l’intervento deciso della lista di minoranza ha obbligato il sindaco a rispettare le norme anticovid e chiedere il green pass ai consiglieri comunali per la seduta in presenza. Evidentemente colpito nell’orgoglio di non poter fare come gli pare, si è vendicato nell’ultimo consiglio comunale sulla minoranza. All’ordine del giorno vi erano delibere importanti come il bilancio e il DUP (Documento Unico di Programmazione). La minoranza aveva annunciato l’arrivo in consiglio comunale con qualche minuto di ritardo. Al sindaco non è parso vero. In pochi secondi ha approvato, senza contradditorio della minoranza, 8 delle 10 delibere all’ordine del giorno comprese quelle più importanti. Sembra che Giannini preferisca farsi chiamare il “Massaro”. Ebbene Lei sindaco, non dirige un’azienda agricola, ma una comunità di cittadini. Si faccia chiamare sindaco e cerchi di esserlo di tutti, anche se per Lei rischia di essere una sfida impossibile.
Concessioni demaniali tra riformismo e rendite di posizione
Nei giorni scorsi a Roma si è svolta la manifestazione dei balneari di tutt’Italia contro la sentenza del Consiglio di Stato che impone evidenze pubbliche entro due anni. Le uniche richieste che ho capito sono sostanzialmente due. La prima: “Non occorre avere fretta nel rispettare la sentenza del Consiglio di Stato”. Se non ho capito male qualcuno vuole ritornare alle proroghe bocciate sonoramente dalla sentenza. Il tempo a disposizione è ampiamente adeguato. La seconda richiesta è un tavolo tecnico tra esponenti del Governo e sindacati dei balneari. Va bene discutere ,ma occorre coinvolgere tutti i soggetti interessati. Dai balneari, alle associazioni ambientaliste, ai rappresentanti dei lavoratori oltre a Comuni e Regioni. Le concessioni non è un affare privato degli attuali concessionari. Ma immagino che il tentativo sia un altro. Fare entrare dalla finestra ciò che la sentenza (anzi le sentenze) hanno fatto uscire dalla porta, dal legittimo affidamento agli investimenti fatti negli anni. Si può ragionare di alcune condizioni per garantire il nostro sistema di gestione delle nostre spiagge ad iniziare dalla piccola impresa. Ma sarebbe inaccettabile una legge che garantisca solo gli attuali concessionari. La prossima settimana la Regione Emilia Romagna presenterà un documento “condiviso con i Comuni costieri e le associazioni di categoria, per dare certezze al settore balneare”. Anche in questo caso sono stati escluse le associazioni dei consumatori e le organizzazioni dei lavoratori. Mi auguro che le proposte non siano ancora una volta a senso unico, come è successo in questi ultimi sette anni. Mi aspetto dalla Regione Emilia Romagna riformismo ed innovazione. Non la salvaguardia di rendite di posizione.
Maurizio Melucci