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Quando a Coriano, i comunisti mangiavano i bambini e le galline facevano le uova rosse, erano due i veglioni che allietavano il Paese...


Il veglione di San Sebastiano


21 Gennaio 2024 / Enrico Santini

Quando a Coriano, e non solo, i comunisti mangiavano i bambini e le galline facevano le uova rosse, erano due i veglioni che allietavano il Paese diventato ora, città dormitorio. Il primo popolare organizzato dal Partito al quale, logicamente, non ho mai partecipato, e il secondo, ma primo per importanza con una orchestra di caratura nazionale e una risonanza multimediale che poteva arrivare anche a Riccione se non addirittura a Rimini: il famoso, fantasmagorico, unico e irripetibile veglione di San Sebastiano. Il martire con le frecce, è stato da sempre patrono del Paese che ha dato i natali al compianto Senatore della Repubblica Armando Foschi, conosciuto da tutti come “Madoun” ed oggi famoso per una antenna tacco 12 che allieta i defunti al cimitero. Ma lasciamo il presente che non interessa nessuno e torniamo sul pezzo: il veglione di San Sebastiano era per le giovani e belle procaci pulzelle, l’ingresso in società. Era per i ragazzotti del tempo, in giacca e cravatta, la definitiva consacrazione. Quella volta al veglione si andava in coppia. Era di fatto il fidanzamento ufficiale. Chi ballava per San Sebastiano con la crema del Paese era destinato alle nozze e i giorni e i mesi dopo, i commenti, le chiacchiere, le allusioni e le delusioni, avrebbero accompagnato il lento scorrere quotidiano. Rurali sempre.

Enrico Santini