Il vero mare di Rimini, quello d’inverno tutto nostro
12 Febbraio 2024 / Paolo Zaghini
“L’altra stagione. 20 panchine 26 sguardi su un mare d’inverno”
Comune di Rimini
Diceva Carlo Verdone nel film “Viaggi di nozze” del 1981: “’O famo strano!”. E’ questo che devono aver pensato il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e il Presidente della Cooperativa Bagnini Mauro Vanni quando gli hanno proposto l’allestimento di questa mostra fotografica e testi lunga tre chilometri sulla duna della spiaggia, dalla zona libera al porto sino al bagno 63. Una mostra dentro al Capodanno più lungo del mondo: dal 2 dicembre 2023 fino al 7 gennaio 2024, poi prorogata sino al 31 gennaio. Ma potrebbe tranquillamente rimanere allestita sino al ponte pasquale.
54 artisti riminesi dell’immagine e della parola: 26 fotografi e 28 scrittori, donne e uomini, che hanno accolto l’invito a raccontare il loro “mare d’inverno”. “L’altra stagione”, il titolo di questa sorta di esperimento collettivo di land-art, di questa installazione a lunga gittata percorribile più che visitabile, curata dal Comune di Rimini in collaborazione con Piacere Spiaggia Rimini, resa possibile grazie alla disponibilità di tutti gli artisti coinvolti.
Una mostra naturalmente prima o poi finisce. Ma un catalogo, con la riproposizione delle immagini e dei testi, rimane. Ed è quello che è stato fatto anche per “L’altra stagione”.
Scrive il Sindaco Sadegholvaad: “Scrittori, fotografi, gli operatori balneari, l’Ente pubblico insieme per realizzare un’idea che è unica in Italia perché unico è il luogo e il paesaggio in cui l’esposizione si mostra”. La spiaggia, anche d’inverno, è uno dei simboli dell’identità riminese. Dice il “bagnino” Vanni: “Perché la spiaggia è il respiro della città, luogo d’elezione vivo tutto l’anno, ben oltre la stagione estiva. Anzi tutti noi sappiamo che proprio l’autunno, l’inverno o l’inizio della primavera sono le stagioni per eccellenza dei riminesi, momenti dell’anno in grado di regalarci spazi aperti e sguardi sconfinati, da attraversare magari quando il vento rinforza e bisogna alzare il bavero per andare a camminare più vicini alla riva”.
Piero Meldini: il nostro è “un mare profondo e plumbeo, collerico e imprevedibile, agitato da violente libecciate e fiere tramontane. E’ questo il nostro mare. Quello che condividiamo con gli altri, il mare estivo, è un mare serafico e luminoso, amorevole coi bambini, galante con le ragazze, accogliente con tutti. Ma il mare di noi riminesi, il mare che è solo nostro, è quello invernale”.
Hanno contribuito ai testi della mostra, riportati nel catalogo, fra gli altri (mi perdonino gli esclusi): Marco Bertozzi, Lia Celi, Rosita Copioli, Francesco Gabellini, Lorenza Ghinelli, Daniele Maggioli, Oriana Maroni, Marco Missiroli, Massimo Pulini, Lorenzo Scarponi, Annalisa Teodorani. Le immagini sono di, sempre citando solo alcuni degli autori: Isabella Balena, Mario Beltrambini, Piero Delucca, Saro Di Bartolo, Italo Di Fabio, Riccardo Gallini, Flavio Marchetti, Paritani, Emilio Salvatori. Sulle fotografie vorrei dire che sono “scatti d’autore”, cioè non si pensi a immagini panoramiche, illustrative della nostra spiaggia invernale. Come scrivono Nadia Bizzocchi e Marco Leonetti: sono immagini che ci consentano di “ritrovare quella sensazione di toccare qualcosa di essenziale che tutti noi proviamo di fronte al mare d’inverno, quello stato d’animo, quell’impasto di tenerezza e malinconia, che tra questi scatti e tra queste parole trova una forma compiuta nella quale riconoscersi”.
“Lo guardano tutti il mare in inverno, ma il mare d’inverno che ride lo vedono quelli che sognano e i pescatori, che con le gambe sull’acqua raccontano le storie passate” (Oriana Maroni). Ho ricordato in una recente recensione la favola di Fabio Fiori “Cola Pesce e Burdela Turchina” (NFC, 2023) che sulla palata d’inverno, sognando, guarderemo il mare e proveremo a cercarli fra le onde. Quella “riga lunga e blu” di Tonino Guerra crea ricchezza, bellezza ma anche fantasia. In estate, ma ci auguriamo sempre più anche in inverno. Vogliamo credere, sognando con il titolare del bagno 26, Gabriele Pagliarani, che la nostra spiaggia possa essere aperta a tutti dodici mesi all’anno. Ma perché no?
Paolo Zaghini