Home___primopianoImposta di soggiorno, Corte dei Conti dà ragione al Comune di Rimini

I gestori di un’attività alberghiera condannati al pagamento di circa 17mila euro non versati


Imposta di soggiorno, Corte dei Conti dà ragione al Comune di Rimini


11 Ottobre 2024 / Redazione

Con recente sentenza, la Corte dei Conti ha confermato la validità e legittimità del procedimento che il Comune di Rimini ha adottato a partire dalla fine del 2021 per rilevare possibili mancati versamenti dell’imposta di soggiorno, attraverso il controllo incrociato tra le comunicazioni dirette degli albergatori all’Amministrazione comunale e le ‘schedine’ che vengono inviate alla questura per la registrazione degli ospiti. La sentenza nello specifico condanna i gestori di un’attività alberghiera al pagamento di circa 17mila euro di imposta non versata, specificando che “poiché i Regolamenti comunali affidano al gestore della struttura ricettiva attività obbligatorie e funzionali alla realizzazione della potestà impositiva dell’ente locale, tra detto soggetto ed il Comune si instaura un rapporto di servizio pubblico (…) con compiti eminentemente contabili, completamente avulso da quello tributario sebbene al medesimo necessariamente funzionalizzato”.

Come delineato dalla giurisprudenza di questa Corte, il contabile riveste una posizione di garanzia qualificata, con la conseguenza che la prova della condotta causativa di danno è raggiunta qualora risulti la violazione degli obblighi di servizio in assenza di ragionevole giustificazione”.

Questa procedura di verifica incrociata è stata introdotta dal Comune di Rimini, e in seguito anche da altre Amministrazioni comunali, a partire da fine 2021 e si basa sul raffronto tra i dati inviati alla questura rispetto agli ospiti registrati e i dati relativi all’imposta di soggiorno che mensilmente vengono forniti dagli albergatori al Comune di Rimini e che consentono all’Amministrazione di avere un monitoraggio più puntuale e aggiornato del gettito. Nell’eventualità in cui dal raffronto emergano anomalie, gli uffici tributi del Comune avviano un percorso di verifica puntuale, promuovendo prima un contraddittorio con il diretto interessato per correggere gli eventuali errori e in un secondo momento avviando la procedura di recupero dell’imposta non corrisposta. Attraverso questo meccanismo, che si basa anche su una fattiva collaborazione tra Amministrazione e albergatori, combinate ad altre azioni, solo nel 2023 il Comune di Rimini ha incassato circa 574 mila euro di imposta di soggiorno non versata, risultando il primo Comune in Italia per recupero di imposta.

“Una sentenza che conferma la bontà dell’azione dell’Amministrazione Comunale, un’azione di controllo non vessativa ma al contrario di affiancamento ai gestori delle strutture ricettive – commenta l’assessore Magrini – Introducendo ad esempio la richiesta agli albergatori di comunicare ogni mese l’imposta abbiamo stimolato un monitoraggio più puntuale, rendendo più efficienti e funzionali le procedure anche attraverso un aggiornamento del software gestionale a cui si affidano gli stessi operatori. Un sistema che ci consente di avere una rilevazione quasi in tempo reale dei flussi dell’imposta, utile a far emergere in tempi rapidi eventuali anomalie e dunque ad ad avviare rapporti più immediati e specifici con i gestori”.