In provincia di Rimini gli anziani doppiano i giovani: i dati di tutti i Comuni
26 Settembre 2024 / Redazione
Segnala OpenPolis: in Italia l’indice di vecchiaia è in aumento in oltre 9 Comuni su 10, ma in provincia di Rimini si sfiora il 100%, dove la sola piccola Casteldelci mostra un segno lievemente contrario, avendo peraltro i numeri più alti.
Queste le sue variazioni fra il 2014 e il 2021 nei Comuni della Costa:
Comune |
Anziani per 100 giovani nel 2021 |
Anziani per 100 giovani nel 2014 |
RIMINI |
189,8 |
172,2 |
RICCIONE |
218,6 |
193,2 |
BELLARIA |
156,1 |
121,6 |
CATTOLICA |
224,4 |
189,4 |
MISANO ADRIATICO |
150,3 |
124,4 |
I Comuni della Fascia Intermedia:
Comune |
Anziani per 100 giovani nel 2021 |
Anziani per 100 giovani nel 2014 |
SANTARCANGELO |
168,7 |
142,7 |
POGGIO TORRIANA |
131,8 |
98,3 |
S.GIOVANNI IN M. |
162,1 |
139,8 |
CORIANO |
153,5 |
110,3 |
VERUCCHIO |
160,6 |
119,3 |
Comuni della Valmarecchia:
Comune |
Anziani per 100 giovani nel 2021 |
Anziani per 100 giovani nel 2014 |
SAN LEO |
163,0 |
132,7 |
TALAMELLO |
200,7 |
140,8 |
NOVAFELTRIA |
226,0 |
180,4 |
SANT’AGATA FELTRIA |
345,2 |
287,1 |
MAIOLO |
229,4 |
164,0 |
PENNABILLI |
314,0 |
231,6 |
CASTELDELCI |
310,3 |
311,6 |
I Comuni della Valconca:
Comune |
Anziani per 100 giovani nel 2021 |
Anziani per 100 giovani nel 2014 |
S. CLEMENTE |
96,0 |
76,6 |
MORCIANO |
161,1 |
130,6 |
MONTEGRIDOLFO |
178,3 |
134,4 |
SALUDECIO |
164,4 |
126,9 |
M.SCUDO/M.COLOMBO |
105,7 |
81,2 |
MONTEFIORE |
134,5 |
108,6 |
GEMMANO |
207,9 |
155,4 |
MONDAINO |
233,1 |
196,6 |
Il commento dell’assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda:
“La fotografia restituita dall’analisi di Openpolis è la conferma di un fatto ormai assodato: il progressivo invecchiamento della popolazione, un cambiamento reale e di carattere globale, che richiede un profondo ripensamento dei nostri servizi pubblici e delle politiche sociali. Viviamo più a lungo grazie ai progressi della sanità e alla qualità della vita che è migliorata negli ultimi decenni, ma questo non significa che possiamo permetterci di lasciare tutto com’è. È un dato di fatto: il nostro welfare, così com’è strutturato oggi, rischia di essere inadeguato ad affrontare le sfide del futuro. Per questo motivo, una delle priorità di chi è fa l’amministratore ed è alla guida delle decisioni, a tutti i livelli, anche locali, è una: riconfigurare i servizi partendo proprio da questa nuova realtà demografica. Non si tratta solo di offrire assistenza sanitaria alle persone più anziane, ma di creare un sistema che favorisca il loro benessere complessivo, dalle relazioni sociali all’inclusione attiva nella vita comunitaria.
Penso, ad esempio, a quello che stiamo facendo a Rimini: i nostri centri anziani e le università per over 65, che coinvolgono oltre 6.000 persone, sono spazi non solo per il tempo libero, ma per costruire legami e contrastare la solitudine. Questi sono esempi concreti di come si può dare una risposta a un bisogno sempre più evidente: vivere bene, il più a lungo possibile, e farlo all’interno della propria comunità”.
E l’assessore prosegue: “Il percorso partecipativo di Gente di Rimini è parte integrante di questa visione. Si tratta di un progetto che coinvolge la cittadinanza per capire, insieme, come affrontare le nuove esigenze sociali. Stiamo gettando le basi per un nuovo piano di inclusione sociale che tiene conto di un mondo che cambia, di una popolazione che invecchia e di un bisogno crescente di politiche che contrastino l’isolamento. Credo che ascoltare e collaborare con chi vive questi cambiamenti sulla propria pelle sia la strada giusta per creare politiche innovative, radicate nelle reali necessità di una collettività.
Un altro punto cruciale è la sanità. Non basta più un sistema centralizzato: abbiamo bisogno di servizi territoriali, diffusi e capillari, con sempre più operatori che possano offrire assistenza a domicilio. Molte persone anziane hanno difficoltà a spostarsi, soffrono di patologie croniche e necessitano di un supporto continuo che non si può limitare alla cura medica, ma che deve abbracciare la qualità della vita nel suo complesso. Ecco allora il lavoro che stiamo facendo per dare gambe a nuovo paradigma dei servizi, grazie ad esempio alle Case di Comunità e alla grande innovazione degli 11 Nodi territoriali (quattro dei quali saranno già attivi entro la primeva del prossimo anno). E proprio su questo fino a domenica 29 è in programma il convegno organizzato con l’università e Ausl sul tema delle diseguaglianze in salute”.
“Tutto questo rappresenta una sfida enorme, una vera e propria rivoluzione del nostro sistema di welfare. Ma sono convinto che, lavorando insieme – amministrazioni, associazioni, volontariato e cittadini – possiamo costruire un modello di servizi che risponda davvero alle esigenze di una società che invecchia, senza perdere di vista l’importanza delle relazioni umane e della vita comunitaria. Non si tratta solo di far vivere più a lungo, ma di far vivere bene”, conclude Gianfreda.