Home___primopianoIn provincia di Rimini più camorra che ‘ndrangheta, 27 interdittive antimafia nel 2020

A Riccione il record di beni sequestrati: i dati della commissione sulla criminalità organizzata che si è riunita oggi


In provincia di Rimini più camorra che ‘ndrangheta, 27 interdittive antimafia nel 2020


21 Luglio 2023 / Redazione

Sono 27 le interdittive antimafia emesse in provincia di Rimini dal 2020. E’ uno dei dati emersi questa mattina in Comune dalla commissione sulla criminalità organizzata presieduta dal consigliere Matteo Zoccarato (Lega), convocata nella settimana in cui si ricorda la strage di via d’Amelio.

Durante i lavori, a cui hanno partecipato sindaci del territorio e i referenti dell’osservatorio provinciale e delle associazioni territoriali per la legalità (“Libera” e “Pio La Torre”), si è fatto anche il punto sui beni sequestrati alle mafie. A livello provinciale se ne contano 24, con 17 confische definitive e sette no.

Il Comune con la presenza maggiore è quello di Riccione con 11 immobili – principalmente bar, ristoranti e alberghi – di cui quattro già restituiti alla collettività e sette “in gestione”. A Rimini città, come confermato dall’assessore con delega alla Legalità Francesco Bragagni, ci sono cinque beni di cui quattro confiscati definitivamente, ma al momento nessuno è nella disponibilità dell’amministrazione comunale (uno è stato destinato negli anni passati). Per quanto riguarda le mafie presenti, a differenza dell’Emilia dove a prevalere è la ‘ndrangheta, in Romagna ha trovato terreno fertile (investendo nelle attività turistiche) sopratutto la Camorra, come dimostrato dall’operazione “Hammer” del 2020 che ha coinvolto soggetti legati al clan dei casalesi.

Tra le diverse misure di contrasto alle infiltrazioni messe in campo, c’è infine in rilievo il protocollo sugli alberghi firmato da enti e istituzioni locali con la Prefettura, che aggiorna un precedente documento del 2013. In pratica, i Comuni si impegnano a sottoporre alle verifiche di Prefettura e forze dell’ordine un significativo campione di inizio attività (modifiche, subingressi, etc.) nel settore turistico alberghiero e a segnalare anche eventuali indicatori di rischio e le anomalie individuate, come i frequenti cambi di gestione della struttura ricettiva, l’età del subentrante e la provenienza da territori interessanti sotto il profilo investigativo.

Il consigliere civico Stefano Brunori, vicepresidente del Consiglio comunale, ha infine esortato ad indire in autunno una seduta tematica dell’assemblea cittadina sulle mafie, invitando a partecipare i parlamentari del territorio.

(Agenzia DIRE)