In Romagna è anche alluvione di polemiche politiche: il Governo attacca la Regione
19 Settembre 2024 / Redazione
Non ha ancora smesso di piovere e già infuria la polemica poltica sull’utimo alluvione che si è abbattutto sulla Romagna. Su tre giorni è stato finora l’evento piovoso più importante dal 1958, superando anche quello del 7-9 ottobre 1996. Nella sola Rimini centro sono caduti 221mm di pioggia, mentre la stazione Arpae di Rimini Ausa ne ha registrati 228. E quello riminese è il territorio romagnolo meno colpto dagli eventi.
Tuttavia in una nota il parlamentare della Lega Jacopo Morrone replica alla presidente Priolo: “Il Pd deve smettere di scansare le responsabilità addossando colpe immaginarie al Governo. Non ci sarebbero polemiche oggi se la Regione non avesse cercato di togliersi dagli impicci, per bocca della facente funzione di presidente Irene Priolo, sostenendo di aver fatto ‘tutta la manutenzione possibile’ e che c’è bisogno di ‘finanziare le casse di espansione’. Il ritornello di Priolo è lo stesso del suo predecessore Stefano Bonaccini che, in un decennio di amministrazione regionale, ha sempre negato gli errori commessi in tema di salvaguardia del territorio (in particolare in Romagna). A Priolo replichiamo che se la Regione Emilia-Romagna e gli enti competenti avessero realizzato negli anni passati tutte le opere promesse per la tutela del territorio e del sistema idrografico, tra cui le casse di espansione in Romagna, certamente i danni subiti sia nel 2023 con l’alluvione, sia quelli determinati dall’attuale crisi meteo sarebbero stati certamente meno gravi”.
“È certo che la Regione nell’ultimo decennio nonostante le cospicue risorse ricevute ha investito e realizzato poco in ‘economia della prevenzione’ tanto che anche di fronte a una tempesta forte ma non epocale come quella di questi giorni ci troviamo di nuovo a fronteggiare gli stessi problemi del 2023. Qui il Governo non c’entra nulla, tantomeno il Commissario straordinario. Le ragioni del rischio idraulico del territorio romagnolo, per esempio, sono stranote, ma ancora non sono state superate, né la Regione è in grado di risolverle. Anzi alcuni amministratori locali persistono in vecchi errori che condizionano l’efficienza del sistema idrografico. Servono più efficienza e capacità di realizzare opere utili, ma non possiamo aspettarci nulla da una classe dirigente di sinistra ormai asfittica”.
Da parte sua il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci di Fratelli d’Italia, in conferenza stampa a palazzo Chigi, attacca: “In questo decennio l’Emilia-Romagna ha ricevuto dal governo di Roma 594.567.679 euro per la lotta contro il dissesto idrogeologico. Se la regione potesse fare lo sforzo di farci sapere quanta di questa risorsa è stata spesa (spero tutta o quasi) e quali sono i territori più vulnerabili, sui quali bisogna intervenire, noi da Roma potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario”. Il ministro ha spiegato di non voler essere “polemico” nei confronti dell’amministrazione regionale perché “non sappiamo quanta di questa risorsa sia stata già utilizzata e tradotta in opere”. “Quando avremo il dato preciso – ha concluso – saremo nelle condizioni di esprimere una valutazione obiettiva”.
A loro, e in particolare al secondo, ribatte l’onorevole del Partito Democratico Andrea Gnassi: “In queste ore assistiamo a un comportamento inaudito e inaccettabile da parte di Fratelli d’Italia di fronte all’emergenza che sta vivendo l’Emilia Romagna. Mentre l’intero tessuto economico e sociale, le forze dell’ordine, i sindaci, le amministrazioni locali stanno presidiando l’emergenza e le criticità in corso, Fdi specula senza dignità per la campagna elettorale per la Regione Emilia Romagna, attaccando il sindaco di Ravenna. E’ successa addirittura una cosa mai vista prima, che lede la dignità delle istituzioni: con persone in fase di evacuazione dalle case e con l’emergenza in corso, il ministro alla Protezione Civile Musumeci e il viceministro Bignami invece di stare anche fisicamente al fianco e dare una mano ai territori colpiti per le deleghe loro assegnate (Protezione Civile e Infrastrutture appunto) si scagliano da una comoda sala stampa romana contro i territori colpiti e contro la Regione per – a loro modo di dire – gli interventi non fatti sul territorio nel corso di decenni”.
E Gnassi prosegue: “Parlano quelli che vanno nelle zone alluvionate solo per fare selfie con gli stivali (Meloni) e poi non si fanno più vedere e invece di aiutare tirano manganellate da Roma. Prendete e andate sul posto anziché fare conferenze stampa romane per denunciare gli avversari alle prossime elezioni. Questa è la stessa Fratelli d’Italia al governo che ha negato i danni della precedente alluvione e che non ha ancora dato le risorse necessarie. Hanno imbrigliato, con procedure e norme, persino il Commissario Figliuolo e la sua struttura, che non riesce a sbloccare soldi e procedure”. E incalza: “Abbiate rispetto della gente e delle istituzioni e Fratelli d’italia la smetta con le mistificazioni e con le falsità! Occupatevi degli effetti e delle cause del cambiamento climatico che tocca il pianeta e l’Italia invece di negarlo e portate a termine i piani speciali da 4,5 miliardi per le infrastrutture idrauliche. Che oggi sia l’intera Fratelli d’Italia a scagliarsi come una falange sui sindaci e sul sindaco di Ravenna Michela De Pascale è emblematico della natura democratica, della cultura e del senso di governo e delle istituzioni del partito della premier. Oggi più che i Fratelli d Italia si vedono i “coltelli” (elettorali) che si tirano alla Regione: la finiscano con questo ignobile sciacallaggio e con questa speculazione che alla fine qualifica solo chi la fa”
“PS: A proposito di cambiamento climatico, i parlamentari di Fratelli d’Italia si rendano conto di quanto sta accadendo in tutta Europa a causa del passaggio del ciclone Boris: 21 morti, centinaia di miliardi di euro di danni in Austria, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca. Colpa della Regione e dei sindaci anche lì?”, conclude il deputato Dem.