In Romagna nel weekend è già estate con temperature fino a 30 gradi, poi cambia tutto
12 Aprile 2024 / Roberto Nanni
Dopo che marzo ha praticamente spodestato tutti i record di caldo con 3,5 gradi in più sull’andamento del clima emiliano-romagnolo, anche aprile prosegue la folle corsa verso l’alto con l’ennesima ondata di caldo simil estiva. Dopo quello di Pasqua altri due sprint anticiclonici si susseguono rapidamente caratterizzati da masse d’aria estremamente miti per il periodo e destinate a portare uno scenario completamente nuovo nel panorama meteorologico Europeo. Non solo per le presenza sempre più ingombrante che questi super anticicloni denominati “monster” hanno acquistato nell’ultimo decennio, ma piuttosto per una serie di cambiamenti sostanziali che gli stessi riescono con maggior facilità ad amplificare sul nostro territorio: aumentando il rischio di grandi ondate di caldo contigue in qualsiasi stagione dell’anno e promuovendo una sequenza di primati senza fine.
Con l’uscita di scena dell’intermezzo depressionario, che più che una perturbazione si è trattato di una “goccia” fredda in mezzo ad un mare caldo, l’alta pressione è pronta a ricucire lo strappo creatosi per mezzo di una rapida rimonta anticiclonica. Poco importa se si tratta di Azzorre, il fatto è che sarà sempre alimentato da calde correnti di estrazione sub-tropicale in grado di riportare le massime su valori ragguardevoli per il periodo. Se già sabato potremmo raggiungere punte di 26-27 gradi su alcune aree di pianura, tra domenica e lunedì, con l’aiuto di giornate ampiamente soleggiate e complici probabilmente venti di favonio, non ci vorrà poi tanto ad avvicinarsi alla soglia dei 30 gradi, persino per le aree costiere. Il sole avrà la meglio fin da subito con un’estensione apprezzabile dell’irraggiamento giornaliero. Gli unici disturbi, se così si possono chiamare, saranno rappresentati dal passaggio di alcune velature sottili in transito sabato che si limiteranno ad offuscare lievemente il sole.
La stabilità verrà garantita fin tutto lunedì, e l’unica accezione negativa sarà rappresentata dalle temperature marcatamente anomale sopratutto in Appennino, dove lo scarto dalle medie stagionali potrebbe anche essere di oltre 10 gradi e lo zero termico raggiungere quote fino ai 3800-4000 metri. Lungo i crinali occidentali, ad un altitudine di 1500 metri, in pieno giorno di potrebbero sfiorare anche 18/20 gradi.
Ma l’assaggio d’estate potrebbe non durare a lungo.
A inizio settimana la supremazia anticiclonica comincerà a mostrare evidenti segni di cedimento lungo il suo fianco nord-orientale. Un primo fronte nuvoloso interesserà il settore alpino nel corso di lunedì con possibili episodi di instabilità, specie nel settore orientale. Sul resto del Nord dovrebbe transitare solo un po’ di nuvolosità variabile e innocua a quote alte. L’indebolimento dell’alta pressione proseguirà nella giornata di martedì con una estensione dell’instabilità al NordEst, ma propio a cavallo tra martedì 16 e mercoledì 17 che le cose potrebbero cambiare radicalmente. Se la linea di tendenza in chiave probabilistica verrà confermata, un’irruzione fredda in discesa sull’Europa orientale dovrebbe mettere la parola fine alla nuova ondata di caldo, portando condizioni tardo invernali.
Anche il nostro Paese in questo caso dovrebbe esserne interessato, attraverso il rapido trasferimento del fronte artico verso sud, sospinto da forti correnti settentrionali che faranno affluire, tramite venti anche sostenuti, aria fresca e instabile che insisterà nei giorni successivi. A farne maggiormente le spese questa volta potrebbe essere il versante adriatico, con veloci fenomeni temporaleschi anche localmente intensi. In questo contesto, il rischio di precipitazioni dovrebbe essere per lo più concentrato al Centrosud e in generale le temperature subirebbero una decisa diminuzione verso valori nella norma o anche leggermente sotto le medie stagionali. D’altra parte gli sbalzi termici sono una peculiarità del mese di aprile, ma il problema è che a far più danno agli ecosistemi è l’estate precoce non tanto i repentini cali termici che ne sono la conseguenza. Quindi in un pianeta che corre irrefrenabilmente verso nuovi record di caldo sarà l’intensità dei colpi di testa climatici ciò di cui dovremmo preoccuparci maggiormente.
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