Home___primopianoInceneritore di Coriano: gli ambientalisti chiedono nuovi studi sanitari

Gli ambientalisti riminesi preoccupati dell'impatto sulla salute dei cittadini e sicurezza sul lavoro


Inceneritore di Coriano: gli ambientalisti chiedono nuovi studi sanitari


26 Gennaio 2024 / Redazione

“Il grave incidente avvenuto lunedì scorso all’inceneritore Hera di Raibano, che fa seguito ad altri eventi accaduti negli ultimi anni, deve diventare un’occasione per gli Amministratori locali di Riccione e Coriano per riaprire il dialogo e la collaborazione concreta con le associazioni ed i comitati ambientalisti che nel 2014 riuscirono a far approvare nei rispettivi Consigli Comunali il loro documento comune, alias Decalogo No inceneritore.

Una lista di 10 piccole-grandi azioni per contenere la produzione dei rifiuti, il loro incenerimento nonché verificarne le ricadute sanitarie sulla popolazione locale.

Un documento nato “dal basso” ed approvato dieci anni fa all’unanimità da tutte le forze politiche presenti non solo nei due parlamentini sopra citati, ma anche in quello di Rimini, Misano e San Clemente (tutti Comuni beneficiari dell’indennità di disagio ambientale da inceneritore Hera), di cui però ben poco è stato concretizzato.

L’impianto Hera di Raibano smaltisce oltre 80% dei rifiuti prodotti nell’intera provincia di Rimini, e divide la sua presenza al confine tra Coriano e Riccione con un’altra attività che si occupa di rifiuti (in questo caso agricoli), ossia la centrale a Biomasse, nonché con fonderie ed aziende varie dell’area industriale riccionese, oltre che con l’autostrada A14.

Una compresenza produttiva multipla,  anche di inquinanti, a ridosso di agglomerati urbani sempre più popolati, che in termini di impatto sulla qualità dell’aria non può essere a nostro avviso liquidata con il classico “è tutto nella norma”, perché “le singole emissioni a norma” si sovrappongono da decenni e poiché sono quasi 50 anni che l’inceneritore brucia h 24, tutti i giorni, i rifiuti non solo locali, ma anche quelli provenienti da altre parti d’Italia sotto forma di rifiuti speciali, e quelli di San Marino.

Lo smaltimento die rifiuti tramite incenerimento non è solo impattante in atmosfera ed anti ecologico in quanto  spreca risorse che possono essere recuperate,  ma -come dimostra l’incidente appena avvenuto- pericoloso sia per chi lavora li dentro, che per chi ci vive accanto.

E’ a nostro avviso urgente riaprire quanto interrotto dalle precedenti Amministrazioni, Tosi (per Riccione) e Spinelli (per Coriano), ossia un Tavolo permanente delle Associazioni ambientaliste -animaliste e Comitati NO Inceneritore per concretizzare, con l’aiuto di medici, oncologi  ed esperti del settore,  l’avvio di uno Studio epidemiologico sullo stato di salute delle rispettive popolazioni in merito alle diverse e numerose  fonti di inquinamento presenti sul territorio, in primis quella prodotta dalle ricadute dell’incenerimento rifiuti.

Ci appelliamo in particolar modo alla Sindaca di Riccione Daniela Angelini affinché riapra coraggiosamente la strada della conoscenza scientifica sugli impatti sanitari dell’inceneritore (ma non solo), prima avviata e poi interrotta dalla Amministrazione Tosi, ripartendo dagli esiti accademici dello Studio Unimore 2018 – Università di Modena e Reggio Emilia, nonché attivandosi in prima persona per l’apertura in rete pubblica del Registro Tumori della città.”

Le associazioni e comitati (in ordine alfabetico)                 

Ambiente & Salute Riccione – Anpana Rimini – Comitato Sant’Andrea Besanigo – Fondazione Cetacea Onlus  – Legambiente Valmarecchia- W.W.F Rimini