Indagato per eccesso di difesa il Carabiniere che ha ucciso l’accoltellatore di Villa Verucchio
1 Gennaio 2025 / Redazione
E’ indagato per eccesso di difesa il Carabiniere che ieri sera ha ucciso un giovane che lo minacciava brandendo un coltello con il quale aveva ferito quattro persone a Villa Verucchio. Le indagini sono ancora all’inizio e sono al momento affidate ai nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Rimini coordinato dalla sostituto procuratore, Sara Posa che la scorsa notte è intervenuta sul luogo degli accoltellamenti.
Come ha sottolineato il procuratore capo, l’atto è dovuto per poter ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti e permettere al sottufficiale di nominare un difensore e un consulente in vista dell’autopsia disposta dalla magistratura sul corpo dell’egiziano; ovrebbe essere effettuata tra mercoledì e giovedì. Secondo quanto emerso il maresciallo Masini, istruttore di tiro dei carabinieri, avrebbe comunque rispettato la procedura in questi casi. Non aveva in dotazione un taser.
Stando ad una prima ricostruzione, il carabiniere, prima di colpirlo a morte ha esploso dei colpi di avvertimento per tentare di dissuaderlo, ma il giovane, nonostante gli inviti a gettare la lama, ha continuato ad avvicinarsi in maniera minacciosa brandendo il coltello. Non è chiaro perché l’egiziano abbia iniziato a colpire tra le persone che si trovavano in strada in per festeggiare il capodanno.
Il graduato comandante della stazione Carabinieri di Villa Verucchio ha esploso 12 colpi, prima a terra poi all’indirizzo del giovane che continuava a minacciarlo con il coltello. Una lama di 20 centimetri con il quale aveva colpito le sue vittime al volto, alla schiena e al torace.
L’aggressore era Muhammad Sitta, cittadino egiziano di 23 anni, ospite di una cooperativa. Era entrato irregolarmente in Italia circa due anni fa prima di presentare richiesta di protezione internazionale, che era stata accolta. In tasca aveva una copia del Corano e una misbaḥah, il rosario per le perghiere islamiche. In casa sua non sono state trovate armi ne testi o materiale che facciano pensare al fondamentalismo ne finora sono emersi collegamento con associazioni terroristiche, ma gli accertamenti sono ancora in corso. Rinvenuto anche uno psicofarmaco, ma il giovane non risulta in cura presso alcuna struttura.
La dichiarazione del Tenente Colonnello Claudio Scarponi, comandante del Reparto Operativo di Rimini:
“Ci seguiva con il coltello in mano, ha colpito un mio amico alla pancia e un altro al fianco. Noi scappavamo e lui dietro che ci inseguiva. Siamo corsi verso la piazza ma poi abbiamo attraversato la strada per tornare indietro non volevamo che ci seguisse tra la folla, sarebbe stato un disastro”. Racconta così Nicola, 18 anni, uno sguardo spaventato dietro agli occhiali da vista, l’aggressione a colpi di coltello vicino ai festeggiamenti in piazza per il Capodanno a Villa Verucchio.
Il testimone racconta che era da poco passata la mezzanotte di un ultimo dell’anno che ricorderà per tutta la vita. Era al sicuro con i suoi genitori sul marciapiede della Marecchiese, la via principale che collega Rimini con l’entroterra. “Il primo ad essere accoltellato è stato un nostro amico – racconta – Era al distributore delle sigarette, verso le 22.30, e noi altri eravamo tutti insieme in una casa di un altro ragazzo per il cenone. Ci ha chiamato un amico e ci ha detto cosa era successo, allora siamo scesi in strada per aiutarlo e il tipo ha cominciato ad inseguirci. Non ci mollava più e ha ferito un altro mio amico alla pancia. Ha smesso solo quando abbiamo attraversato la strada”.
La ricostruzione dei fatti è al vaglio della magistratura, ma secondo alcuni testimoni pare che l’egiziano prima di colpire il 18enne al distributore e poi l’amico mentre scappavano, abbia aggredito, senza ferirlo, anche un uomo ad un bancomat.