Home___primopianoIntelligenza artificiale in tribunale, ma senza cuore non c’è giustizia

Si faccia avanti un altro Asimov che promulghi le leggi idonee a tenere sotto controllo le persone elettroniche


Intelligenza artificiale in tribunale, ma senza cuore non c’è giustizia


11 Febbraio 2024 / Giuliano Bonizzato

Poiché in un recente convegno sulla intelligenza artificiale è stata tirata in ballo anche la mia professione, mi permetto, di richiamare quanto affermava un rimpianto Maestro quando mossi i miei primi passi nelle Aule di Giustizia “Ricordati che per vincere non basta questo (e indicava la propria testa) ma ci vuole anche questo (e metteva l’indice sul cuore)”.

La macchina del futuro potrà infatti acquisire ed elaborare dati, analizzare razionalmente indizi e prove, essere in grado sia di imbastire una ineccepibile difesa che di redigere una sentenza dalle inattaccabili motivazioni. Ciò in virtù di algoritmi sempre più sofisticati e di un cervello elettronico in grado di immagazzinare una mole di dati e di precedenti dottrinari e giurisprudenziali difficilmente raggiungibile dalla mente umana.

Già. La testa. E il cuore? Difendere e giudicare senza questo organo, altrettanto potente, significherebbe rinunciare non solo alla propria umanità ma anche alla vera giustizia. E’ col cuore, che in sede penale si creano potenti correnti empatiche che, viaggiando tra difensore, giudice e giurie, sono in grado di modificare circuiti mentali preconcetti e convinzioni radicate.

Ed è sempre col cuore che in ambito civile si trovano soluzioni transattive, si riconciliano nemici giurati, si sciolgono i nodi di complesse situazioni familiari. Ed è col cuore, per dirla con Pascal, che ‘l’esprit de finesse’ ha la meglio sull’’esprit de geometrie’.Quel cuore che scomparirebbe con il possibile imporsi (in tutti i campi!) della ‘macchina intelligente’.

E fosse soltanto una macchina, un robot soggetto, alle tre leggi della Robotica di Isaac Asimov!* Macchè! Siamo destinati a convivere, secondo il parere di qualificati giuristi ** con vere e proprie ‘persone elettroniche’.

Persone. Vale a dire titolari di diritti oltre che di doveri. C’è da rabbrividire. Si faccia avanti un altro Asimov che promulghi le leggi idonee a tenere sotto controllo l’ I.A. !

Giuliano Bonizzato

* 1. Un robot non può recare danno agli esseri umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri umani ricevano danno.
2.Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, tranne nel caso che tali ordini contrastino con la Prima Legge.
 3.Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, purché ciò non    contrasti con la Prima e la Seconda Legge.
 ** Ruffolo, Riccio, Uricchio. Intelligenza artificiale. Tra etica e diritti. Ed. Cacucci.