Tutto cominciò con Salvini: correva l’anno 2018, lui vice-presidente del governo Conte I, propone ai contribuenti in lite fiscale, con il D.L. 119, di regolarizzare la loro posizione versando le imposte dovute senza applicazione di sanzioni ed interessi. Come titola l’ennesimo condono? “Pace fiscale”!
Poi è arrivata la Meloni. Ovviamente altra “pace fiscale” nel 2023, ma in un contesto radicalmente mutato. Oggi questo singolo termine non è che una delle tanti parti di un lessico, ovvero di un sistema linguistico che dà forma a diversi significati.
Ne pubblico alcuni esempi tratti dai media. Nella consapevolezza che tanti altri potrebbero essere aggiunti.
- Aumento accise sul gasolio > riallineamento
- Tagli alla Sanità > mai tanti soldi alla Sanità
- Aumento pensioni minime > 3 euro
- Incremento rendita catastale immobili > adeguamento
- Istituzione centro migranti in Albania > stiamo scrivendo la storia
- 250/290 mila euro, costo per 16 migranti in Albania > inezia a fronte della spesa per l’immigrazione
- Fitto, vice presidente alla commissione UE “varie ed eventuali” > vittoria storica
- Piano Mattei > l’Italia al centro politico del Mediterraneo
- Italia con debito pubblico secondo solo alla Grecia > Italia locomotiva europea
- Sud sempre più povero e carente di servizi > Sud che vola.
Le domande sono due: chi c’è dietro questa “manipolazione del reale” e quale strategia persegue?
Dietro c’é Tommaso Longobardi, classe 1991, esperto senior dei social network di Palazzo Chigi. Va detto subito, a suo merito, che non ha alcun grado di parentela con la premier (sic!) E’ bravo e competente, con un passato fatto di consulenze tra profili sociali di diverse aziende. Cinque anni fa, quando la Meloni era al 3%, ha mollato tutto assumendo la mission di far sbarcare l’attuale premier nelle piattaforme digitali. Convito e consapevole della stragrande influenza e importanza dei social.
Quale filosofia lo ispira e come la applica? Ricordiamo prima di tutto che la laurea di Longobardi è in Psicologia. E poi è lui stesso che nell’intervista a FORTUNE Italia del 26 ottobre 2024, lo dice: “avere sensibilità di capire ciò che alla gente piace”. Già, ciò che alla gente piace… e conseguentemente ama sentirsi raccontare… La applica in tutti i modi sui social: com’è capitato personalmente, ti ritrovi la Meloni anche guardando un tutorial sull’uso delle motoseghe! (sic!).
A questo novello Machiavelli della comunicazione cosa rispondere? Che anche la Sinistra dovrebbe adeguarsi? Costruendo un’altrettanta performante macchina comunicativa? SI’. Con gli stessi contenuti manipolatori? NO! Anche se un tantino di furbizia non guasterebbe. Ho ancora nella testa l’uscita dell’allora ministro Paolo Schioppa sulla felicità di pagare le tasse e taccio su quel termine patrimoniale di cui non sarebbe un tabù ora discuterne…
Giorgio Grossi