HomeLA LETTERALa comunità islamica alla Lega: “Moschea non è sinonimo di radicalizzazione”

La risposta del Presidente dei giovani musulmani di Rimini Mohamed Hammar


La comunità islamica alla Lega: “Moschea non è sinonimo di radicalizzazione”


20 Luglio 2024 / Redazione

La comunità islamica Riminese è caratterizzata da una presenza plurale, di persone provenienti da molti paesi è presenza laboriosa e pacifica che rappresenta oltre il 10% dei residenti. Ci sono molti aspetti positivi e contributi significativi della comunità musulmana che meritano di essere sottolineati. Come musulmani siamo pronti a contribuire alla costruzione di una città, più inclusiva e aperta alla diversità.

Oggi sempre più musulmani desiderano costruire in Italia il loro futuro e quello dei loro figli, la loro prima lingua è l’italiano e condividono la stragrande maggioranza degli aspetti della cultura italiana. Da molti anni come comunità giovanile abbiamo stabilito ponti di dialogo con la cittadinanza e con l’ amministrazione comunale, molte delle nostre attività sono sempre aperte alla società e molti dei nostri ragazzi si impegnano anche al di fuori della nostra comunità, in associazione di volontariato ecc. Purtroppo per la Moschea nessuna soluzione alternativa è stata ancora proposta e nel piano regolatore del comune per il momento non è prevista nessuna area per la realizzazione di un luogo di culto.

Riguardo alla moschea, spesso vista con sospetto, viene a volte ingiustamente additata come centro di radicalizzazione, ma in realtà si dimostra, in molte parti d’Italia, come presidio territoriale importante. La moschea, quando ben gestita, serve non solo le comunità islamiche, ma anche il quartiere e la città, offrendo spazi di formazione, educazione, incontro e dialogo tra tutte le comunità.

Purtroppo in mancanza di una legge sulla libertà religiosa e dell’Intesa con lo Stato Italiano lascia, purtroppo, terreno fertile a situazioni che possono ledere la sfera spirituale dei credenti. Una delle sfide che noi come musulmani affrontiamo è il mancato riconoscimento giuridico formale. A differenza di altre confessioni religiose, i musulmani non hanno ancora accesso all’intesa con lo Stato, prevista dalla Costituzione ex. art. 8. La mancanza di un riconoscimento formale complica la gestione delle moschee e delle attività religiose, rendendo più difficile il radicamento della comunità. Basti pensare che il settore del culto in Italia è ancora disciplinato dalla normativa sui “culti ammessi” risalente all’epoca fascista.

Le istituzioni, nel rispetto dei principi di laicità dello Stato e di separazione degli ambiti (stato-religione), dovrebbero rimuovere questi ostacoli, giuridici e politici, che ancora oggi
limitano la piena fruizione dei diritti di libertà religiosa garantiti dalla Costituzione italiana, ex. artt. 19 e 20, in particolar modo per i musulmani, si vedono sistematicamente negato il diritto di aprire o costruire luoghi di culto dignitosi.

Concludendo, le dichiarazioni dei dirigenti della Lega -Rimini, Elena Raffaelli e Gilberto Giani parlano, con tono discriminatorio ed islamofobo, e l’evidente intento di minare la convivenza pacifica e rispettosa di una intera comunità, quella islamica pienamente integrata e partecipe nella crescita della città. Questo attacco di un partito politico, è offensivo, che lede la reputazione di migliaia di cittadini Riminesi di fede musulmana.

Per questo, consapevole di quanto la costituzione italiana garantisca la nostra libertà di culto e riconosca quanto sia importante il rispetto delle minoranze, voglio rivolgermi al nuovo Prefetto di Rimini S.E Dott.ssa Giuseppina Cassone, affinché vigili in futuro su continui attacchi, discriminazioni, narrazioni islamofobe contro la nostra comunità religiosa solo perché minoranza.

Mohamed Hammar
Referente della comunità islamica
Presidente dei giovani musulmani di Rimini