La Finanza in Riviera a caccia di barche “straniere” non dichiarate al fisco: a Rimini ne scova 9
28 Maggio 2024 / Redazione
Nei giorni scorsi, i finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Rimini, in collaborazione con militari dei reparti territoriali dell’Emilia Romagna, hanno concluso un’importante operazione nel settore della nautica da diporto, finalizzata a controllare le imbarcazioni battenti bandiera estera e di proprietà di soggetti residenti sul territorio nazionale.
Negli ultimi anni, difatti, si è registrato un crescente aumento delle imbarcazioni da diporto estere di proprietà di soggetti italiani, ormeggiate presso porti turistici ed approdi, ovvero alate presso cantieri navali e rimessaggi sul territorio. Tale fenomeno, noto come “flagging out”, è una pratica adottata per ridurre i costi complessivi di gestione delle unità da diporto, cercando registri navali esteri che permettano una significativa riduzione delle spese legate alle dotazioni di sicurezza, agli equipaggiamenti, alle assicurazioni e alle imposte. Tale modus operandi, pur essendo perfettamente legale, impone al soggetto residente in Italia l’obbligo, secondo quanto stabilito dalla normativa sul monitoraggio fiscale, di dichiarare la disponibilità di tali imbarcazioni nell’apposito quadro RW del modello di dichiarazione fiscale.
I controlli, effettuati in mare dalle unità navali della Stazione Navale di Rimini e della Sezione Operativa Navale di Marina di Ravenna, e a terra presso porti, darsene, rimessaggi e cantieri navali, in collaborazione con i militari dei reparti del Corpo competenti per territorio, hanno consentito di censire oltre 200 imbarcazioni estere. I successivi approfondimenti, consistenti in controlli e verifiche documentali supportati dall’utilizzo delle banche dati a disposizione del Corpo, hanno permesso di individuare 31 barche battenti bandiera estera (principalmente Polonia, Francia, Belgio e Slovenia) non dichiarate dai proprietari per uno o più anni di imposta: 9 di queste si trovavano a Rimini, la città in cui ne sono state scovate di più.
Il valore complessivo dei beni occultati al Fisco supera i 1.200.000 euro, mentre le sanzioni amministrative comminate, basaste sulle annualità omesse, ammontano a oltre 350.000 euro. Il controllo sulle imbarcazioni immatricolate all’estero si è focalizzato non solo sulle posizioni a rischio evasione o elusione fiscale, ma anche sulle persone fisiche residenti in Italia i cui redditi risultavano incongruenti rispetto ai beni posseduti. Questo è stato verificato, attraverso l’analisi delle ingenti spese di gestione delle imbarcazioni
di lusso, inclusi i costi di l’ormeggio e di manutenzione ordinaria e straordinaria.