HomeCronacaLa lite finisce in violenza, donna chiusa a chiave dal marito salvata dai Carabinieri

La coppia si sta separando ma lavora assieme, un presunto ammanco di denaro scatena la furia di un imprenditore del Riminese


La lite finisce in violenza, donna chiusa a chiave dal marito salvata dai Carabinieri


29 Febbraio 2024 / Redazione

Nel Riminese sono dovuti intervenire i Carabinieri per soccorrere una donna spaventata di 46 anni e in lacrime nel suo ufficio, che era stato chiuso a chiave. Nei guai è finito il marito, un imprenditore di 47 anni, arrestato al termine degli accertamenti. Le accuse che gravano su di lui vanno dai maltrattamenti in famiglia alle lesioni personali, fino alla tentata estorsione.

La vittima, 46 anni, ha avuto la prontezza di comporre il numero d’emergenza durante un momento di distrazione del marito, segnando così l’inizio del dramma.

I carabinieri sono intervenuti nella villetta familiare dopo aver sentito forti grida provenire dall’interno e hanno obbligato l’uomo a sbloccare la porta. La coppia è stata separata, e la donna ha immediatamente accusato il marito di aver tentato di ucciderla. L’imprenditore ha cercato di minimizzare l’accaduto, sostenendo che la lite era scaturita da questioni finanziarie legate al conto corrente cointestato, negando qualsiasi violenza fisica nei confronti della consorte.

Una volta rimasta sola con i carabinieri, la donna ha raccontato una storia di terrore che durava da tempo, caratterizzata da maltrattamenti fisici e psicologici. Nell’ultimo episodio, avvenuto la mattina stessa,il marito l’avrebbe afferrata per la sciarpa, trascinata nell’ufficio dell’azienda di famiglia e la minacciava di morte, costringendola a effettuare un bonifico.

Il passato della coppia è segnato da episodi simili: la donna aveva precedentemente denunciato l’imprenditore per lesioni, anche se successivamente aveva ritirato la querela. In passato, l’uomo l’aveva addirittura minacciata con una pistola, successivamente sequestrata durante una perquisizione. L’ultimo episodio risalente all’estate 2023 aveva visto l’imprenditore rompere un timpano alla moglie durante un’accesa lite.

La donna, accompagnata in pronto soccorso, è stata dimessa con una prognosi di 20 giorni. La coppia, che viveva separata in casa in attesa di definire gli accordi per una separazione consensuale, era in conflitto da mesi. La vittima, il giorno prima dell’aggressione, si era rivolta a un centro antiviolenza nella provincia. Il pubblico ministero, basandosi sulle dichiarazioni della donna, la flagranza del reato di maltrattamenti e i precedenti di polizia dell’imprenditore, ha autorizzato l’arresto e disposto il trasferimento in carcere del 48enne, il quale comparirà a breve in tribunale per l’udienza di convalida. L’imprenditore è difeso dall’avvocato Stefano Caroli.