Ora Alessandro Giovanardi confessa di non aver mai avuto dubbi: “Quell’affresco è stato realizzato da un pittore riminese del Trecento di felicissima mano che, a mio modesto parere, mi sembra del tutto compatibile con le opere di Pietro da Rimini”.
Assume dunque sempre più importanza la scoperta, avvenuta per un caso fortuito, di un dipinto nel convento francescano di Villa Verucchio. In un primo tempo si era pensato alla mano di un pittore di fine XIV secolo. Ma ora che si è potuto esaminare l’opera più attentamente, lo storico dell’arte l’ha retrodatata all’inizio di quel secolo. Il convento della Santa Croce a Verucchio, il più antico dei Francescani in Romagna fondato dal Poverello di Assisi in persona, si conferma così uno scrigno di intestimabili tesori d’arte edi storia.
L’ultimo di questo gioielli è stato scoperto e recuperato grazie alla curiosità di Padre Federico e all’interessamento dei Frati francescani, assistiti dall’arch. Claudio Lazzarini, come pure all’attenzione del Comune di Verucchio, della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e del Rotary Club Rimini.
Il fatto è ormai noto: dietro al coro ligneo della Chiesa è stato scoperto, in maniera casuale, un antico affresco raffigurante un commovente Cristo in Pietà. Ne sarebbe autore Pietro da Rimini, esponente della stagione pittorica del Trecento riminese, di cui in provincia si hanno poche tracce, come il tardo Crocifisso di Santarcangelo e due tavolette di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini esposte temporaneamente al Museo della Città. Scenari e ipotesi di notevole suggestione e naturalmente da studiare e approfondire con cura, che evidenziano comunque la straordinarietà della scoperta e l’acquisizione al patrimonio locale di un’altra importantissima opera trecentesca.
A cura del restauratore Romeo Bigini e del suo team, dalla rimozione di una piccola parte del coro ligneo, sono state ritrovate ulteriori parti affrescate, coeve a quella appena emersa. Va tra l’altro ricordato che proprio per la Chiesa di Villa Verucchio era stata realizzata una grande pala d’altare, opera del pittore trecentesco riminese Giovanni Baronzio, parte della quale è oggi esposta a Roma presso Palazzo Barberini, mentre l’altra parte è stata acquisita nel 2006 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e depositata poi sempre al Museo della Città di Rimini.
Le istituzioni sopra ricordate, assieme alla Soprintendenza competente per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, stanno collaborando per inserire il ritrovamento in un percorso conoscitivo e di adeguata valorizzazione. Dopo lo smontaggio di parte del coro ligneo Quattrocentesco, custodito fino alla fine dei lavori nella biblioteca francescana, per svelare l’affresco, l’intento è di promuovere studi e confronti tra i principali addetti ai lavori ai fini di una corretta lettura storica e artistica del dipinto; di realizzarne il compiuto restauro; di favorire la divulgazione dell’opera presso gli appassionati ed il grande pubblico; e, se possibile, di verificare eventualmente l’esistenza di altri reperti sulle pareti della Chiesa coperte dal coro.
Un progetto ambizioso come tutti i progetti sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e il Rotary Club Rimini, per il quale occorrerà il concorso di ulteriori collaborazioni al fine di scrivere pubblicamente, nell’interesse della comunità locale, e non solo, un nuovo e interessante capitolo dell’arte pittorica trecentesca a Rimini.