La sconfitta di Alice Parma: qualcuno può pensare ad un titolo troppo esagerato, ma in realtà dal punto di vista della cronaca politica non lo è.
Alice Parma, dopo venti giorni di sicurezza totale di entrare nella nuova giunta de Pascale si trova fuori, all’ultimo giorno, superata da Roberta Frisoni. Venti giorni data per certa da tutti i giornali (Carlino, Repubblica, Corriere della Sera ecc..) con delega al turismo oppure alla cultura. Alice Parma data per certa anche da chi si interessa di politica locale. Evidente che si trattava di informazioni reputate attendibili da chi le scriveva.
Il motivo di questo cambiamento? Difficile da interpretare in modo corretto. Diciamo che l’operazione è stata fatta dal presidente della regione de Pascale in sintonia con il sindaco di Rimini Sadegholvaad e con l’accordo dell’onorevole Gnassi. Detto questo i motivi possono essere diversi.
- Evitare di mettere in giunta una delle due consigliere elette (Alice Parma e Emma Petitti) per non aumentare le divisioni nel Pd di Rimini.
- Evitare di far entrare in consiglio regionale Simone Gobbi per non rafforzare ulteriormente il Pd di Riccione, già andato molto bene alle elezioni regionali
- Scegliere una figura meno politica come Roberta Frisoni e più vicina ad una decisione di una competenza tecnica.
- Riportare nelle mani del sindaco una delega come l’urbanistica come già dichiarato sui quotidiani anche se non in questi termini.
Oppure tutti questi motivi assieme.
Comunque sia, il risultato è chiaro. Nessuna delle due consigliere elette con tante preferenze entra in giunta. Infatti, se confrontiamo il numero delle preferenze con i voti ottenuti dal Pd si scopre che in questa speciale graduatoria Alice Parma è seconda ed Emma Petitti è quarta a livello regionale. Entrano in giunta Mammi arrivato terzo, Isabella Conti (17a) Irene Priolo (20a). Evidente che, come detto dal nuovo presidente, le preferenze non sono tutto.
Una gestione politica più cauta avrebbe evitato ad Alice Parma una situazione imbarazzante che sicuramente lei non meritava. Come si potrebbe evitare di enfatizzare il ruolo assegnatole di vice-capogruppo del Pd (ruolo inesistente nel passato). Ogni pezza in questo caso rischia di essere peggiore del buco.
Le promesse non mantenute
Nelle settimane scorse era girato con insistenza il nome, come possibile assessora regionale di Gessica Allegni, sindaca di Bertinoro.
“Le voci sono giunte anche a me, dichiarava il 28 novembre al Carlino, ma non è vero. Non ho sentito de Pascale in questi giorni… Tengo fede al patto con i cittadini di Bertinoro e resto sindaca”. Allegni è stata eletta nell’ottobre 2021 ed aveva ancora due anni di mandato.
Purtroppo, la solenne dichiarazione è durata poco meno di 15 giorni. Ha lasciato Bertinoro ed è diventata assessora alla cultura.
Sarebbe utile evitare di prendere certi impegni quando non si possono mantenere. Ne va della credibilità della politica.
L’eleganza di Matteo Lepore
Il sindaco di Bologna non è stato contento per la composizione della giunta. Ritiene poco rappresentata l’area politica della segretaria nazionale Schlein. Lepore ha spinto per Caliandro ex consigliere regionale. Alla fine, sono rimasti fuori dalla giunta sia Stefano Caliandro che il segretario regionale Luigi Tosiani (continuerà a fare il segretario regionale). Lepore non ha fatto polemiche ed ha valutato la giunta positivamente. Ha solo rimandato ad un dibattito nel Pd sul pluralismo politico interno.
Le preferenze non sono tutto
E’ stato abile il presidente Michele de Pascale a far correre i candidati durante la campagna elettorale. Aveva lasciato intendere che in base al numero di preferenze ottenute avrebbe scelto la giunta, ovviamente tenendo conto di altre variabili come succede in questi casi. Dopo il voto ha precisato che le preferenze non sono tutto: “Il pluralismo territoriale, le competenze e anche il consenso ottenuto in termini di preferenze, che non è l’unico elemento, perché le competenze sono importantissime.” Così è stato. Su dieci assessori solo tre sono stati scelti tra gli eletti.
Il Pd è un partito di maschi
Brutto segnale quello che arriva da Bologna sulla parità di genere. Presidente della giunta maschio, vicepresidente della giunta maschio, presidente dell’assemblea legislativa maschio, capogruppo del Pd in consiglio regionale maschio, segretario regionale maschio. Rispetto all’ultima legislatura le donne perdono tre posizioni: Vicepresidenza giunta regionale, Presidente dell’assemblea legislativa e capogruppo del Pd in consiglio regionale. Poi attacchiamo Giorgia Meloni che non fa abbastanza per le donne e la parità di genere nella società e nel lavoro. Pessima partenza per il Pd regionale e per Elly Schlein.
Ancora sul Mercato Coperto
È inceppato l’iter per la realizzazione del nuovo mercato coperto di Rimini. E infatti l’amministrazione comunale, data l’impossibilità per legge di prorogare per un altro anno la convenzione per la gestione al Consorzio degli operatori, se ne occuperà direttamente con i propri dirigenti a partire dal prossimo 1° gennaio. Anche perché, precisa l’assessore al Bilancio Juri Magrini, rispondendo a una interrogazione in consiglio comunale di Gioenzo Renzi di Fratelli d’Italia, lo stesso Comitato è in liquidazione dal notaio.
Renzi si dice preoccupato dallo stallo in cui versa la Conferenza dei servizi che dovrebbe approvare il progetto esecutivo, frutto di un partenariato pubblico-privato. Preoccupazione che è anche la mia come ho scritto anche nel mese di agosto scorso.
La conferenza di servizi ancora ferma è formata da tutti gli enti preposti che devono dare il via libera definitivo, che sta valutando la proposta di Renco, unico partecipante al bando. Sono state chieste numerose modifiche alla società. I problemi riguardano la disposizione dei banchi, la riorganizzazione di altri spazi interni, gli accessi alla struttura. In particolare il rispetto dei 600 mq di superfici di vendita. Attualmente mancano oltre 160 mq, sacrificando oltre misura il mercato del pesce. Anche gli spazi per la circolazione sono molto ridotti. In sostanza, bene il nuovo mercato, ma per migliorare le attività attuali, ortofrutta, pescheria e supermercato Conad e non certo per penalizzarle a favore di ristoranti e pubblici esercizi. Una discussione ed un confronto sempre più complicato tra il Comune di Rimini e la società proponente Renco che rischia alla fine di non soddisfare l’interesse pubblico, la funzionalità del mercato e degli operatori.
Maurizio Melucci