Presentati oggi a Riccione il Centro di Chirurgia Bariatrica, accreditato SICOb (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche) e la mostra “Chiave di svolta” dell’Associazione Amici Obesi.
La mostra fotografica “Chiave di svolta. Storie e percorsi di persone con obesità” è esposta all’interno dell’Ospedale Ceccarini e sarà aperta ancora per qualche settimana. La mostra ha come obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso una lettura dell’obesità meno stigmatizzante, meno colpevolizzante ma con l’occhio di chi comprende le sofferenze del paziente che convive con obesità. Le storie dei protagonisti sono raccolte anche nell’omonimo libro fotografico che si può scaricare sul sito dell’associazione www.amiciobesi.it. Il progetto, realizzato dall’Associazione Amici Obesi Onlus, attraverso gli scatti di Stefano Barattini e le narrazioni raccolte da Daniela Consonni, ha come obiettivo richiamare l’attenzione sul fatto che l’obesità si può, e si deve, combattere.
“In Emilia Romagna – spiega il dottor Andrea Lucchi, direttore della Chirurgia Generale dell’Ospedale di Riccione – il 42% degli adulti tra i 18-69 anni presenta un eccesso di peso. In particolare, il 31% (900 mila persone) è in sovrappeso e l’11% (331 mila) è obeso ed il picco d’incidenza si registra soprattutto negli individui di sesso maschile tra i 50 e i 69 anni. L’obesità è una patologia multifattoriale, correlata a numerose comorbilità (cardiovascolari, metaboliche, in particolare il diabete, osteoarticolari, respiratorie e, non ultimo, l’aumento di incidenza di neoplasie) che determinano una riduzione della quantità e qualità di vita. L’obesità ha inoltre un impatto sociale consistente con una notevole spesa sanitaria per il trattamento delle patologie associate e provoca una riduzione dell’attività lavorativa-scolastica. Infine non si può dimenticare il grave stigma da cui gli obesi sono affetti. Esistono molti tipi di intervento chirurgico che si possono classificare in base al meccanismo d’azione: restrittivi, malassorbitivi, misti che combinano i precedenti principi ed altri con meccanismo d’azione ormonale. Tali interventi vengono eseguiti tutti per via mininvasiva e sono ovviamente a carico del SSN. Esistono inoltre metodiche puramente endoscopiche come la gastroplastica endoscopica o il palloncino intragastrico che si integrano nel percorso multidisciplinare. La gran parte di queste metodiche consente una perdita di almeno il 50 % dell’eccesso di peso (ma spesso fino al 100% dell’eccesso peso) e comportano la guarigione (o comunque un miglioramento) delle patologie correlate come diabete, ipertensione, dislipidemie, apnee ostruttive del sonno (OSAS) ed artropatie da carico. Oltre alla stigmatizzazione dell’obesità spesso si tende a stigmatizzare anche la chirurgia bariatrica e purtroppo alla ribalta delle cronache giungono i casi complicati che possono portare al decesso del paziente. In realtà i dati epidemiologici dicono che la mortalità di questa chirurgia è inferiore alla mortalità di uno degli interventi più diffusi: la colecistectomia”.
“Il trattamento multimodale dell’obesità – prosegue il medico – coinvolge diversi professionisti: nutrizionista, dietista, diabetologo, psicologo e psichiatra, endocrinologo, gastroenterologo endoscopista, pneumologo, anestesista ed anche il chirurgo.
La chirurgia bariatrica nasce negli anni Cinquanta, negli USA, ed in Italia si è diffusa solo negli anni Novanta. Dal registro SICOB nel 2022 sono stati eseguiti circa 16.000 interventi di chirurgia bariatrica in Italia e si stima che quest’anno verranno operati 30000 pazienti contro i 1.600.000 obesi con BMI (Body mass index) superiore a 35 (quindi candidabili eventualmente ad intervento). Nel 2022, in Romagna (tra ospedali pubblici e privato accreditato) 325 cittadini residenti in Romagna sono stati sottoposti a chirurgia bariatrica e nel 2023, sino ad agosto sono stati operati 249 romagnoli (34 % nel pubblico ed il restante 66% in strutture private accreditate). Il numero di pazienti romagnoli che si rivolge al pubblico è in costante aumento tant’è che il presidio di Riccione, diretto dalla dott.ssa Bianca Caruso, con il 28% delle procedure eseguite, è l’ospedale che percentualmente quest’anno, fino ad agosto, ha trattato più obesi residenti in Romagna fra tutte le strutture pubbliche e private romagnole”.
“Il centro di Riccione – chiarisce il dottor Lucchi – ha iniziato l’attività in chirurgia bariatrica nel 2021. Il sottoscritto e la Dr.ssa Laura Agostinelli (dirigente medico della UO) hanno svolto la loro formazione universitaria presso il Modulo di Chirurgia Bariatrica al Policlinico S. Orsola Malpighi di Bologna, allora diretto dal Prof. Enrico Amenta, in uno dei primi e prestigiosi centri di Chirurgia Bariatrica d’Italia. Nell’ambito della riorganizzazione dell’assetto delle chirurgie in Ausl Romagna è stata scelta Riccione come centro per la Chirurgia Bariatrica e, pertanto, è stata eseguita una formazione specifica di tutto il personale medico, infermieristico ed OSS nei migliori centri in Italia e nel mondo.
Il Centro di Riccione, già identificato da AUSL come centro leader della chirurgia bariatrica in Romagna, nel 2023 ha ottenuto l’accreditamento della SICOB che viene rilasciato solo dopo la verifica di specifici e scrupolosi standard qualitativi.
Qui viene eseguito, fra gli altri, un tipo di bypass gastrico con fundectomia e stomaco esplorabile ideato dal Dr. Lesti e dal Prof. Marco Antonio Zappa (attuale presidente della SICOB www.sicob.org). Le indicazioni all’intervento sono codificate dalle recenti linee guida SICOB consultabili online. La chirurgia bariatrica è comunque solo la punta del’iceberg ed il risultato del fondamentale lavoro del gruppo multidisciplinare il cui compito è quello di studiare, selezionare e preparare il paziente all’intervento chirurgico e successivamente di effettuare i controlli post-operatori. Non ultimo dopo il dimagramento spesso è necessario ricorrere ad una chirurgia di rimodellamento corporeo post-bariatrica già in funzione in collaborazione con i chirurghi plastici della UO di Chirurgia Senologica di Santarcangelo”.
Amici Obesi Onlus
Amici Obesi Onlus nasce nel 2005 come punto di ascolto e incontro per le persone con obesità. Ha un grande obiettivo: dare voce alle persone e liberarle dalla paura di affrontare la malattia favorendo lo scambio e il confronto fra le persone affinché il muro del silenzio e della solitudine sia abbattuto. Vuole aiutare tutti coloro che vorrebbero trovare la strada più idonea per affrontare questa patologia in forma volontaria, nel rispetto del senso civico morale e con un impegno concreto e gratuito.Intende sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’obesità e lo stigma sociale e su quanto sia importante la prevenzione, la formazione, la ricerca per aiutare concretamente le persone che ne sono affette.