L’aeroporto di Rimini non decolla
Mi associo ai tanti ad iniziare dal sindaco di Rimini, che ritengono l’aeroporto di Rimini strategico per il futuro della nostra economia turistica. Senza aeroporto difficile pensare di incrementare il flusso di turisti esteri. Difficile pensare di aggredire i mercati europei per sostituire il turismo Russo. Siamo arrivati nel 2023 al 34% di pernottamenti di turismo estero. Ma se si conteggiano solo i mesi estivi dove si fanno i grandi numeri della vacanza leisure o turismo di svago la percentuale è di circa il 25%. La differenza la fa il sistema fieristico e congressuale con molte fiere che hanno una forte presenza di operatori esteri. Per questa ragione l’aeroporto è strategico. Senza possiamo puntare al massimo al turismo italiano ed estero di prossimità. Troppo poco per competere. L’obiettivo dell’aeroporto di Rimini per il 2024 è di 350mila passeggeri. Praticamente significano 175mila arrivi. Infatti, i passeggeri negli aeroporti si contano sia quando arrivano che quando partono. I 175mila arrivi incidono per il 3% degli arrivi turistici nella provincia di Rimini. Le rotte previste per il 2024 sono 15 in 12 paesi. Ma non tutte le tratte dell’aeroporto portano turisti. Alcuni voli servono agli italiani per andare fuori Italia. Alla fine dei 175mila passeggeri in arrivo all’aeroporto di Rimini si può stimare che almeno il 30% non frequenta Rimini per ragioni legate al turismo in tutte le sue forme. Oppure sono italiani che partono da Rimini per altre località estere o italiane.
Quindi è indispensabile incrementare l’incoming (turismo in arrivo) soprattutto dai paesi europei nostri tradizionali clienti come la Germania, i paesi Scandinavi la Svizzera, l’Austria. Importante anche il mercato inglese ora collegato in modo inadeguato. Il punto è come fare. Il Comune di Rimini ha inserito nel bilancio 2024 un capitolo di spesa sulla promozione turistica di tre milioni di euro in tre anni, che ha come destinatario specifico l’aeroporto cittadino. Altre risorse sono previste da nuovi bandi della regione Emilia-Romagna come lo è stato nel passato. Penso che queste risorse debbano essere finalizzate esclusivamente al sostegno di voli per aumentare il turismo leisure e d’affari. I voli con alcuni paesi vanno bene ma debbono rimanere fuori dai finanziamenti pubblici. Aggiungo che lo stanziamento finanziario deve essere finalizzato all’apertura di nuove rotte e non solo al consolidamento di quelle esistenti. Come si è sempre fatto nel passato, non solo aeroporto, non solo istituzioni pubbliche ma anche e soprattutto operatori turistici privati. Nel passato chi gestiva l’aeroporto era un’azienda pubblica (non apro il capitolo fallimento) ora lo fa un’azienda privata. Credo che con l’attuale gestione si possa lavorare positivamente e sfatando il detto, molte volte purtroppo vero nel rapporto tra pubblico e privato, della socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti senza ricadute reali sul territorio.
Da ultimo, ma non per importanza, penso che vadano pensati collegamenti efficaci con l’aeroporto di Bologna. Investiamo nelle navette per portare turisti e riminesi al mare da punti della città con un costo di circa 400mila euro all’anno. A maggior ragione si potrebbe potenziare il servizio di Shuttle Rimini Bologna Airport. Promuovere sui mercati a prezzo agevolato il transfert da Bologna alla nostra riviera o altre forme che si ritengono opportune come ad esempio il treno.
Il Nuovo Piano Strategico di Rimini e il suo territorio 2030
Ho partecipato Il 27 marzo scorso, al cinema Fulgor alla presentazione del nuovo percorso di partecipazione allargata del Forum Rimini Venture. Bella iniziativa che ha spiegato, sotto la regia di Maurizio Ermeti, il futuro lavoro. Erano oltre dieci anni che non mi capitava l’occasione di partecipare ad un incontro del piano strategico (sicuramente per mia disattenzione). Dopo l’approvazione del documento del piano strategico di Rimini, disegnato in maniera partecipata nel 2010, che ha guidato lo sviluppo e il cambiamento della città negli ultimi 15 anni, non vi sono state altre occasioni di incontro partecipato come quello del Fulgor. Ricordo che quel documento è stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Rimini con la presenza del Vescovo di Rimini monsignore Francesco Lambiasi. Con il sindaco Andrea Gnassi il Piano Strategico si trasforma in Master Plan (che in realtà doveva avere un’altra funzione), si decide senza partecipazione e coinvolgimento dei protagonisti di una città. Vi è un “solo uomo al comando”. Come spesso capita, passato il racconto del sindaco di allora poi si scoprono i problemi. Dal Parco del Mare senza parcheggi e iniziative di riqualificazione dei privati, all’idea di fare passare il Metromare per arrivare in fiera in via Matteotti e via XXIII Settembre 1845. Soluzione assurda, cambiata dall’attuale sindaco Jamil Sadegholvaad che ha riportato l’opera nel tracciato previsto dal piano strategico, in adiacenza alla ferrovia. Oppure la lotta al cemento che nei fatti ha portato a norme urbanistiche con indici di costruzione fino a 1,3 su mq. Dove c’erano prima villette ora sorgono palazzi multipiani senza adeguate dotazioni di parcheggi e verde. E potrei continuare. Ma non serve, guardiamo avanti. Ora si riparte con l’obiettivo di guardare al 2030. Si ritorna al passato con un piano partecipato. La partecipazione di tanti al cinema Fulgor dimostra l’interesse. Un’altra scommessa per Rimini e il suo territorio.
Elezioni amministrative
Italia Viva di Matteo Renzi appoggia il centrodestra a Bellaria
Dice il segretario del Pd di Bellaria I.M. Nerio Zanzini: “Italia Viva appoggia Giorgetti? Non siamo affatto sorpresi. Lo dicono loro stessi: non è una novità che i renziani sostengano il centrodestra”. Anche a Forlì infatti sostengono il candidato del centrodestra. Spiace solo che questo personaggio politico senza scrupoli (Matteo Renzi) abbia fatto il segretario del Pd. Spiace che il referente di Italia Viva in provincia di Rimini, Giorgia Bellucci, sia stata vicesegretaria del Pd provinciale. Evidente che c’è un problema grande come una casa di selezione delle classi dirigenti. Il Pd preso come un autobus dove salire e scendere all’occorrenza. Poi non stupiamoci dei problemi che il Pd ha in molti territori.
Rinaldi, assessore di Santarcangelo si candida contro il sindaco di centrosinistra a Poggio Torriana.
Ne ho già parlato domenica scorsa. L’assessore in carica della giunta di Alice Parma a Santarcangelo, Danilo Rinaldi, si candida contro il sindaco del Pd di Poggio Torriana, Ronny Raggini. Ovviamente legittimo decidere di candidarsi. Il centrosinistra è pieno di atti autolesionisti, da sempre. Rimango perplesso per due aspetti. Il silenzio assordante della sindaca uscente di Santarcangelo Alice Parma del Pd e del candidato a sindaco di Santarcangelo Filippo Sacchetti che ricopre anche la carica di segretario provinciale del Pd. Sono entrambi d’accordo con la candidatura di Rinaldi contro Ronny Raggini? Normalmente chi tace acconsente.
L’altra perplessità nasce dalle dichiarazioni dello stesso Danilo Rinaldi che ha deciso di non lasciare la giunta di Santarcangelo. L’avrebbe fatto con una condizione: “Sarei stato pronto a fare un passo indietro se solo ci fossero state le condizioni per andare uniti col Pd”. Della serie da una poltrona all’altra in sicurezza. Senza l’accordo con il Pd questa sicurezza evidentemente non c’è e quindi si tiene la poltrona di assessore di Santarcangelo fino alla fine. Ma forse mi sbaglio, in realtà vi sono altre motivazioni che non ho compreso.
Maurizio Melucci