La frase esprime l’inutilità del gesto raffinato in un contesto grossolano: se porti una bottiglia di champagne francese in una cena a base di trippa e salciccia, è (appunto) come “dare una caramella al maiale”, è qualcosa di stonato, di improprio, perfino di inutile. L’uso si è poi allargato a tutte le circostanza nelle quali emerge una forte “dissonanza”. Perfino un bel discorso ad una platea disattenta finisce per essere “cume de la caramela me baghin”.
Il maiale (baghìn in dialetto romagnolo) è noto per essere animale onnivoro, per avere l’obbligo di mangiare per ingrassarsi e prepararsi al sacrificio. Un tempo era usato come divoratore di rifiuti della cucina, ora viene nutrito con cereali o con mangimi preparati per accompagnarne la crescita. Si può aggiungere che in etologia il maiale è considerato uno dei mammiferi più intelligenti. Per non dire poi di Orwell e della Fattoria degli animali!
Tutto ciò per dire che il maiale gode di fama incerta, l’unica cosa sicura è la voracità ed è a questa che il detto popolare si riferisce.
Per capirne pienamente il significato occorre però spostare l’attenzione sulla caramella. Oggi la caramella è un bene di largo consumo e di poco valore, ma quando l’espressione idiomatica è stata forgiata nel linguaggio popolare, la caramella era una rarità, era un premio raffinato, una “chicca” riservata ai benestanti. La potenza espressiva della nostra frase va perciò cercata nel contrasto fra la grossolana voracità dell’animale e la dolcezza preziosa della caramella.
Altra questione, affascinante quanto misteriosa, riguarda l’origine del termine “baghìn”, secondo noi mai chiarita in modo convincente. E’ un fatto che il termine viene usato solo nel Riminese, nelle Marche più settentrionali e fino a Sansepolcro: grosso modo il territorio che fu dei Galli Senoni. Il maiale era molto importante per i Celti anche dal punto di vista religioso, la stessa Milano sarebbe stata fondata laddove un loro re Belloveso incontrò una scrofa “semilanuta”. E allora vorremmo proporre questa suggestione.
C’è una parola inglese (ma prima ancora franco-normanna e catalana), “bacon”, che secondo molti ha un’origine celtica. Baco (o Bacon ma anche Baginus, per non dire delle Matres Baginates) era infatti una divinità a cui furono dedicate iscrizioni gallo-romane trovate in Francia. E probabilmente si trattava di un dio-cinghiale che curava con il suo grasso, il cui culto sarebbe stato ereditato da Sant’Antonio Abate… E se il nostro baghino fosse parente proprio del bacon?
Beppe & Paolo
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