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Dal pesce di infimo valore al turismo povero dei primi vacanzieri del turismo di massa sulla riviera romagnola


L’è tota palazola


23 Novembre 2024 / Beppe e Paolo

Questa parola proviene dal mondo della marineria per indicare pesce di infimo valore, (tipo omne nud-avannotti, paganelli, ecc.). In pescheria veniva anche dato per resto o regalato ai buoni clienti per il gatto.

Per osmosi la parola si è arricchita di spessore ed è stata usata per indicare tutto ciò che è piccolo e incasinato. In particolare si è riferita alle piccole imprese turistiche: alberghetti, bottegucce, venditori ambulanti. Insomma al pulviscolo imprenditoriale “col braccino corto” che ha caratterizzato i ruggenti anni 50. La “palazzola” dell’impresa turistica diffusa.

Inevitabilmente poi la parola ha invaso l’area della clientela: si è definito “palazzola” quel turismo povero dei primi vacanzieri del turismo di massa, quelli che vogliono spendere poco, che contestano il centesimo sul conto del ristorane o dell’albergo, quelli che vogliono andare in vacanza anche se non possono permetterselo.

Attenzione però, “palazzola” contiene di certo un vago giudizio negativo, indica la massa di soggetti o di oggetti simili per povertà, ma non esprime una sentenza, non se lo può permettere. E’ come se si intuisse che quella massa indistinta, in realtà, avrebbe comunque garantito l’accumulazione di ricchezza che avrebbe portato alla Rimini di oggi.

 

Beppe & Paolo

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