Legambiente: “In Emilia-Romagna si consuma troppo suolo”
28 Ottobre 2023 / Redazione
“L’ultimo report ISPRA sul consumo di suolo segna un altro annus horribilis a livello italiano, con quantità di suolo consumato nel 2022 pari a 19,4 ettari al giorno, il dato più alto dal 2012.
Sebbene con una lieve inflessione rispetto all’incremento di suolo segnato nel 2021 (713,54 ettari), l’Emilia-Romagna – scrive Legambiente in una nota – si conferma quarta a livello nazionale nel 2022 per incremento netto di consumo di suolo, con 635,44 ettari di suolo perso. Non si tratta tuttavia di una diminuzione sostanziale: considerando la serie storica degli incrementi annuali, il valore calcolato per il 2022 è superiore dell’8% alla media delle ultime sei annualità.
Il processo di consumo del suolo in Emilia-Romagna non conosce tregua – prosegue la nota di Legambiente – nonostante i buoni propositi della legge urbanistica regionale, ed evidentemente non dipende da una maggiore pressione demografica. Lo testimoniano gli stessi dati di ISPRA relativi al consumo di suolo marginale 2021-2022, calcolato in rapporto alla variazione del numero di abitanti: questo valore per il 2022 è pari a -468 m2/abitante, rispetto alla media nazionale di -343 m2/abitante. Questo significa che, per ogni residente “perso” dall’Emilia-Romagna, sono stati comunque consumati 468 m2 di suolo.
“Il disaccoppiamento tra processi di consumo del suolo e dinamiche demografiche è indice della responsabilità dei settori economici del territorio – commenta Legambiente Emilia-Romagna –. “Come ogni anno, ribadiamo la necessità di ripensare il modello dello sviluppo economico della nostra regione: l’economia deve fare a meno del consumo dei suoli agricoli e naturali”.
Le province che hanno consumato più suolo netto nel 2022 rispetto al 2021 sono state Piacenza (128,99 ha), Bologna (117,71 ha), e Parma (92,04 ha). Gettando uno sguardo a livello comunale, i comuni che hanno avuto un incremento maggiore sono stati Piacenza, Reggio Emilia e Parma.
Questi incrementi sproporzionati, tra cui quello della città metropolitana di Bologna, con il 59% di suolo consumato in più rispetto al periodo 2020-21, si devono per lo più al comparto logistico: dal rapporto ISPRA si legge che l’Emilia-Romagna è in cima alla classifica per il consumo di suolo legato alla logistica nel 2021-2022, che è stato quantificato in 126 ettari. Si tratta, per il periodo 2006-2022, del 7,7% del totale del suolo consumato.
Anche rispetto alla classifica del consumo di suolo a livello comunale, le maggiori variazioni sono riconducibili all’impatto di singoli interventi relativi proprio al settore logistico. A Calderara di Reno, per esempio, quarto comune in classifica, è stato approvato a febbraio 2021 l’insediamento del Polo Logistico di Lippo con un consumo di suolo di 16 ettari.
Alla velocità di consumo del suolo fa controcanto invece la lentezza dell’azione politica, in particolare per quanto riguarda la pianificazione territoriale. Nell’ultimo dossier sul consumo di suolo pubblicato da Legambiente Emilia-Romagna si riportava che, a marzo 2023, solo 13 comuni della regione avevano approvato il Piano Urbanistico Generale, il nuovo strumento per la pianificazione territoriale a livello comunale. A sette mesi di distanza il quadro non è cambiato: sono soltanto 21 i PUG approvati tra i 330 comuni della Regione: al netto della possibilità di realizzare PUG intercomunali, si tratta di un numero comunque esiguo.
“La crescita del consumo di suolo in Emilia-Romagna non ha ancora subito alcuna interruzione. E, come dimostrano gli interventi approvati nel 2023, come il Polo di Medesano a Parma e il nuovo progetto previsto a Valsamoggia, l’incidenza del settore logistico continua ad essere determinante – commenta Legambiente Emilia-Romagna –. I dati del report 2023 sono un’ulteriore prova del fallimento della legge urbanistica del 2017, che non è stata in grado di arginare le forti pressioni che il territorio regionale sta subendo da parte di alcuni settori specifici del mondo economico”.