Sugabrett: espressione gergale che definisce una sconfitta in modo inequivocabile e apparentemente definitivo: “L’ha avù un sugabrett!” (ha subito una brutta sconfitta!).
Probabilmente questa parola nasce nel contesto di competizioni di ogni tipo: una partita a carte, una elezione politica, un impegno sportivo. Colui che usciva sconfitto era indicato come destinatario di un “sugabrett”.
La parola allude alla fatica della competizione, al sudore (reale o figurato) che essa implica, infine al gesto del perdente che a testa bassa si allontana asciugando il cappello intriso dal sudore e dalla sofferenza della sconfitta. Ecco, egli ha subito un sugabrett, un’umiliazione moralmente devastante, un crollo della dignità personale.
Attenzione, non è una semplice sconfitta in un gioco competitivo, è qualcosa di più e di più serio. E’ la certificazione della non idoneità della persona a quella competizione. Il gesto malinconico dello sconfitto che, fazzoletto in mano asciuga l’orlo del cappello, stimola il linguaggio popolare, ingigantisce lo spessore semantico della parola che tuttavia lascia sempre aperta la possibilità della rivincita.
Beppe & Paolo
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