Home___primopianoL’occhio di Hera non perdona ma differenziare è un rompicapo

Perché i capelli vanno nell’indifferenziato quando sono eminentemente organici? E le unghie? C’è differenza se sono smaltate o no?


L’occhio di Hera non perdona ma differenziare è un rompicapo


3 Dicembre 2023 / Lia Celi

Ammettiamolo: tutte le volte (rare, rarissime, ci mancherebbe, e sempre dovute a gravi cause di forza maggiore) che abbiamo deposto i sacchi della spazzatura all’esterno dei cassonetti differenziati anziché aprire le feritoie con l’apposita tessera, ci siamo domandati se c’era la possibilità che qualcuno ci beccasse sul fatto. Il fatto che nell’isola ecologica ci fossero immancabilemente già altri dieci sacchi maleodoranti di vari colori e dimensioni, occultati dietro o in mezzo ai cassonetti, o sfacciatamente sopra, più più diversi cartoni sparsi e un’occasionale padella arrugginita, di solito ci fa pensare che sia facile farla franca. Del resto pochi o nessuno di noi conosce direttamente qualcuno che sia stato multato da Hera per errato o mancato conferimento dei rifiuti, al massimo è successo al solito cugino o vicino di casa di qualcun altro, nel più classico stile della leggenda metropolitana. E così se siamo usciti con tutta la spazzatura di casa ma senza l’indispensabile Carta Smeraldo, l’apriti sesamo di tutti i cassonetti, ci diamo un’occhiata intorno con aria furtiva e molliamo i sacchi nel modo più discreto possibile.

Va detto, a parziale giustificazione, che in genere un cassonetto su tre – carta, indifferenziato o plastica-lattine – non funziona, o è bloccato o è già traboccante, e anche con la migliore volontà non riusciremmo a fare il nostro dovere. E comunque c’è sempre qualcuno che fa peggio di noi, basta guardare nel cassonetto dell’organico (cioè sbirciare dall’alto e a distanza di sicurezza, ovviamente) per vedere che in quello sportello sempre aperto c’è chi versa di tutto, occhio non vede, compost non duole.

False entrambe le supposizioni. Il compost con le lattine non viene bene, e un occhio che vede, a quanto pare, c’è eccome. Sissignori, la grande sorella Hera ci guarda. Predispone fototrappole, sguinzaglia spie, e i contravventori si ritrovano incastrati peggio dei cassonetti. È successo a Ravenna, dicono le cronache, dove trecentoquaranta «furbetti del cassonetto» sono stati colti in flagrante o smascherati per varie infrazioni relative al conferimento dei rifiuti, e implacabilmente multati.

L’occhio di Hera può controllare anche i riminesi, e allora saranno dolori, perché diciamolo, in materia di rifiuti chi è senza peccato scagli il primo sacchetto. Magari sono peccati veniali, distrazioni o errori dovuti a ignoranza, fretta o oggettiva astrusità delle istruzioni per la differenziazione del rifiuto, che a volte non corrispondono a quel che dicono i nostri sensi. Le buste dei biscotti, per dire, quelle con l’interno di stagnola, io le metterei nella plastica o nell’indifferenziato, e invece possono essere messi nella carta; la plastica comprimibile va nella plastica, quella dura tipo giocattoli nell’indifferenziato, mentre un’altra sembra plastica e invece può essere messa nell’organico. Che poi c’è chi lo chiama organico e chi lo chiama umido, definizione piuttosto ambigua – tecnicamente tutti i rifiuti possono essere umidi, se li bagni, o secchi se li asciughi.

Ma il vero rompicapo è la carta che, l’essere parmenideo, è una ma si dice in molti modi. Gli scontrini sono di carta, ma carta chimica, e vanno nell’indifferenziato, insieme alla carta da forno; la carta stagnola è più stagnola che carta e va nella plastica. La carta da cucina ha un duplice destino: se sporca di sostanze alimentari va nell’organico insieme ai tovaglioli di carta, ma non ai fazzolettini di carta, i quali, anche se sporchi della sostanza molto organica che ci cola dal naso, devono essere gettati nell’indifferenziato, come la carta da cucina sporca di detersivo, che organico non è.

L’app «Il Rifiutologo», una specie di Pizia del conferimento del pattume, mentre scioglie un dubbio ne crea altri mille. Ad esempio, perché i capelli vanno nell’indifferenziato quando sono eminentemente organici? O ci si riferisce solo ai toupet e alle parrucche di Carnevale? E i peli di animali domestici sono assimilabili ai capelli umani? E le unghie? C’è differenza se sono smaltate o no? Si parla tanto degli accumulatori seriali, che in genere vengono fatti passare per matti. E se fossero solo utenti di Hera che non sanno che pesci pigliare, e soprattutto dove buttarli?

Lia Celi