L’Emilia-Romagna in pressing per la dichiarazione dello stato di emergenza per i danni del granchio blu.
“Va decretato quanto prima” afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi che oggi ha incontrato il ministro dell’Agricoltura e sovranità alimentare Francesco Lollobrigida a Goro, nel ferrarese.
All’incontro con le marinerie di Goro e Comacchio erano presenti, tra gli altri, il prefetto di Ferrara Rinaldo Argentieri, il sindaco di Goro Maria Bugnoli, responsabili del dipartimento nazionale della necessarie Pesca, le cooperative, i consorzi di pescatori e le associazioni della pesca e dell’acquacoltura.
L’emergenza riguarda gli allevamenti di cozze e vongole, la pesca con i danni che il granchio provoca a reti e nasse, e in generale l’ambiente e l’ecosistema marino. Una situazione che si aggrava ogni giorno e rischia di mettere in ginocchio le imprese della pesca e dell’acquacoltura, che vedono forti cali produttivi nel prelievo di vongole, vittime di questo predatore.
“Serve – spiega Mammi – un aiuto al credito per le imprese di pesca e acquacoltura, per sostenerle nel reddito. Il patrimonio del settore pesca per Emilia-Romagna è irrinunciabile. L’emergenza nazionale è importante perché prevede procedure straordinarie, più rapide, veloci e flessibili”.
“I tre milioni di euro messi a disposizione dal Governo sono una boccata d’ossigeno – aggiunge Mammi – ma serve un fondo nazionale, risorse più importanti. E poi bisogna sospendere i mutui e gli adempimenti fiscali, l’accesso al credito, un tavolo nazionale assieme alle banche”.
Ribadita nell’incontro con il ministro Lollobrigida l’urgenza di agire per preservare il comparto che in questi mesi si sta assumendo l’onere non solo di ridurre la presenza del granchio, ma anche di ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema delle acque minacciato dalla massiccia presenza di questa specie alloctona.
Un comparto produttivo strategico quello delle marinerie di Goro e Comacchio, dove annualmente vengono prodotte circa 16 mila tonnellate di vongole, che corrispondono al 55% della produzione italiana e al 40% di quella europea, con 1.700 addetti.
“È urgente – chiude Mammi – una strategia di contrasto strutturata di livello nazionale, va effettuato il monitoraggio dei danni e riconosciuto lo stato di calamità con adeguati ristori per un settore che rischia davvero grosso”.
“A Goro, in un’area diventata avanguardia per il settore della pesca, registriamo una situazione obiettivamente drammatica per i produttori di vongole a causa dell’invasione del granchio blu”. Ha detto asua volta il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo questa mattina all’assemblea del Consorzio pescatori di Goro, insieme al viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami. “Dobbiamo proteggere la pesca e sostenere lo sviluppo di questa attività – ha aggiunto il ministro – Dobbiamo farlo affrontando una criticità più ampia che riguarda la presenza di una specie molto invasiva che, allo stesso tempo, è un prodotto di qualità che può essere consumato dall’uomo e dà benefici per la salute. Da un lato bisogna contrastare l’eccessiva presenza e dall’altro indurre al consumo. Stiamo raccogliendo – ha continuato – come abbiamo fatto sia nelle visite precedenti sia oggi qui a Goro, consigli da quelli che per noi, insieme agli agricoltori, sono i primi ambientalisti: i pescatori. Loro, infatti, giocano un ruolo strategico e fondamentale per la risorsa mare”. Ha concluso il ministro: “Oltre le produzioni di vongole e di altri molluschi, il granchio blu può mettere in ginocchio il nostro ecosistema e quindi il nostro intervento deve essere mirato, utilizzando tutti gli strumenti possibili. La dichiarazione dello stato di emergenza, però, deve essere usata solo quando non si possono attuare delle procedure ordinarie. Allo stato attuale, abbiamo stanziato dei fondi e modificato alcune norme per superare le criticità. Perché quello che non possiamo permetterci è perdere tempo”.
Ma a far discutere ieri erano state le parole che il ministro aveva pronunciato aa Rimini, intervenendo al Meeting di CL: “In Italia abbiamo un’educazione alimentare interclassista: spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità”.
“Io mi occupo soprattutto di quegli italiani che fanno fatica a fare la spesa, sono tanti, nonostante abbia visto che purtroppo c’è qualche ministro che pensa che i poveri mangino meglio dei ricchi. Non c’è neanche bisogno delle parodie quando c’è un governo che vive su un altro pianeta”, ha osservato la segretaria del Pd, Elly Schlein, dalla non lontana festa dell’Unità di Bologna.
E Alessandro Caramiello, capogruppo M5S in Commissione agricoltura alla Camera: “Ci siamo abituati, ma stavolta il ministro Lollobrigida si è superato, prendendo un granchio gigantesco, certo non quello blu. Dire durante il meeting di Rimini che da noi i poveri molto spesso mangiano meglio dei ricchi è semplicemente uno schiaffo a tutte quelle persone oggi in drammatica difficoltà, che fanno fatica a fare la spesa schiacciate da un’inflazione dei generi alimentari ancora su livelli altissimi. Diventano oggettivamente intollerabili dichiarazioni di questo tipo da parte di un ministro sempre più inadeguato”.