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Luciano Chicchi, un nobile capitolo nella storia di Rimini


3 Dicembre 2018 / Paolo Zaghini

Giuseppe Chicchi, Roberto Chicchi, Michele La Rosa, Fabio Zavatta: “Luciano Chicchi. Presenza e testimonianza”.

Luciano Chicchi nasce a Rimini il 19 gennaio 1938 e muore il 22 novembre 2012, all’età di 74 anni.
Sabato 24 novembre, nella sede universitaria riminese, è stato ricordato da familiari e amici a sei anni dalla scomparsa. In questa occasione è stato donato ai partecipanti un volumetto contenente ricordi personali su questo personaggio importante della Rimini fra gli anni Sessanta del secolo scorso e il primo decennio del nuovo millennio.

Nel volumetto intervengono la moglie Annarosa, i fratelli Roberto e Giuseppe, i nipoti, gli amici Fabio Zavatta, don Aldo Amati, Michele La Rosa, due Vescovi (Mariano De Nicolò e Francesco Lambiasi), alcuni dei protagonisti della sua intensa, e variegata, vita lavorativa (Antonio Paolucci, Giuseppe De Rita, Valentino Pesaresi, Giovanni Benaglia, Dante Stefani, Fabio Roversi Monaco), è riproposta un’intervista di Luciano Nigro a La Repubblica del 2001.

Nei testi è ricordato l’uomo, il suo relazionarsi con la famiglia, con il mondo economico, politico, culturale, ecclesiastico. Sono testimonianze affettuose in ricordo di un congiunto caro e di un amico prezioso di cui si avverte ancor oggi la mancanza.

Afferma il Vescovo Lambiasi: “Luciano è stato un uomo di azione, ma di una azione illuminata dall’ideale di un cristiano impegnato ad incarnare la fede nella professione e nel servizio alla città e al bene comune”.

Sostiene Zavatta: “Il suo modo di vedere la politica è molto concreto: individuare i problemi ed affrontarli in modo deciso, con la collaborazione di quanti più è possibile coinvolgere, in quegli ambiti dove le contrapposizioni ideologiche sono meno vincolanti e totalizzanti. E’ questo il suo modo di fare politica e amministrazione della cosa pubblica”.

Scrive Benaglia: “Luciano Chicchi era un vero democristiano, espressione della parte migliore di quel Partito, quella che non ricercava una mediazione finalizzata alla conservazione del potere ma, al contrario, dialogava tra le varie anime per ricercare un equilibrio che fosse la sintesi, per la collettività, più efficace fra le varie posizioni di partenza (…). Da lui ho imparato la sottile arte di gestire i rapporti con persone di estrazione culturale diversissima dalla propria, sia quella tipica di un politico di razza quale Luciano era, di riuscire a creare il consenso sulle proprie proposte partendo da posizioni diversissime”.

Fabio Zavatta ricostruisce il suo lungo percorso di formazione e di lavoro negli alti incarichi che nel corso dei decenni fu chiamato a ricoprire. Luciano crebbe nella Parrocchia di Sant’Agostino. La sua fede è segnata dall’incontro con don Oreste Benzi e don Luigi Tiberi. Sarà dirigente della FUCI, l’associazione universitaria cattolica, di cui era assistente un giovane prete, don Giancarlo Ugolini.

L’impegno politico fu naturale all’interno della Democrazia Cristiana. Anche se “per noi la Politica occorreva farla anche al di fuori del Partito, ancorandola saldamente alla realtà economica, sociale e valoriale della nostra gente e delle Associazioni in cui si esprimevano i suoi veri bisogni e sentimenti”.

Dopo la Laurea in Economia presso l’Università di Bologna, nel 1965 viene chiamato dal Presidente dell’Azienda di Soggiorno di Rimini, Luciano Gorini, a ricoprire l’incarico di addetto alle attività promozionali e pubbliche relazioni. Nel 1971 ne diventa il Direttore. In questi anni inoltre contribuisce a far nascere e crescere la cooperativa turistica Promozione Alberghiera.

Nel 1974 diventa Direttore generale della Fiera di Rimini alla cui presidenza era Italo Lazzarini. “Luciano si ritrova con una struttura che ha grandi potenzialità, ma è sostanzialmente, sotto il profilo fieristico, un guscio vuoto”.

Chicchi nei nove anni della sua direzione ne seppe fare un polo di grande rilevanza per l’economia locale. Grazie anche a questo successo nel settembre del 1983, a 45 anni, è chiamato a dirigere la Fiera di Bologna, il secondo ente fieristico italiano. Vi rimarrà sino al 2001, affiancando nel corso degli anni tre Presidenti: Vincenzo Galletti, Dante Stefani, Luca Cordero di Montezemolo.

Nonostante la sua attività lavorativa a Bologna Luciano non lasciò mai Rimini. Dal marzo 1993 ad aprile 2008, per 15 anni è Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Dal maggio 2002, sino alla sua scomparsa, sarà Presidente di Uniturim (poi Uni.Rimini) la società consortile privata – di cui fanno parte diverse istituzioni del territorio – che gestisce la sede riminese dell’Università di Bologna.

Dal gennaio 1981 al dicembre 1983 era stato anche Segretario provinciale della DC. Dal 1985 al 1988 sarà consigliere comunale a Rimini.

Conclude Zavatta: “Luciano è sempre stato un leader, sin da giovanissimo, un capo naturale accettato da tutti, capace di coinvolgere chi gli stava vicino in scelte anche ardite, ma sviscerate sin nei minimi particolari e discusse con tutti fino allo sfinimento. Lo è stato nelle associazioni cattoliche, nel lavoro, dall’Azienda di Soggiorno alle Fiere di Rimini e Bologna. Lo è stato nella Politica, nella Fondazione e in Unirimini; e tutto ciò che ha toccato ha dato risultati positivi”.

Luciano Chicchi è stato un personaggio centrale del potere cattolico a Rimini, sviluppatosi soprattutto nelle aziende economiche, private e pubbliche, del Riminese (Azienda di Soggiorno, Fiera, Aeradria, Centrale del latte, Promozione Alberghiera, cooperative bianche, Cassa di Risparmio e Fondazione, Università). Questo testo, nel ricordo di Luciano Chicchi, ci lancia alcune indicazioni, ma la storia della Democrazia Cristiana riminese, e della sua influenza in Città, è ancora tutta da scrivere.