Home___primopianoMaratona di trapianti nel venerdì santo del Sant’Orsola a Bologna, 9 organi su 7 pazienti

Il direttore riminese del reparto Matteo Ravaioli: "Impossibile senza la generosità dei donatori"


Maratona di trapianti nel venerdì santo del Sant’Orsola a Bologna, 9 organi su 7 pazienti


31 Marzo 2024 / Redazione

Un venerdì santo di super lavoro per la macchina dei trapianti del Sant’Orsola di Bologna con nove organi: due fegati, sei reni e un cuore, con sette pazienti coinvolti (4 donne e tre uomini), 53 anni il più giovane e 68 il più anziano.

Per due di loro è stato necessario il doppio trapianto.

Lo sforzo congiunto di chirurghi, medici specialisti e personale tecnico-infermieristico dell’Irccs Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola ha permesso di dare vita ad una vera e propria maratona in sala operatoria.

“Il traguardo raggiunto non sarebbe stato possibile senza la generosità dei donatori da cui tutto parte – afferma il prof. Matteo Ravaioli, direttore della Chirurgia addominale, figlio di Alberto già primario di oncologia e sindaco di Rimini (nell’immagine in apertura) – serve poi una rete pronta ad accogliere questa generosità e a trasformarla in vita. Il Sant’Orsola rappresenta un punto di riferimento nazionale nel sistema dei trapianti, grazie all’eccellenza tecnica e a strutture e tecnologie all’avanguardia sempre a disposizione delle equipe, senza mai dimenticare l’abnegazione delle persone, professionisti, medici infermieri e tecnici, che danno sempre il massimo in ogni momento e in ogni giorno dell’anno”.

Quando il Centro riferimento trapianti (che coordina a livello regionale tutta l’attività di segnalazione e reperimento degli organi), segnala la disponibilità di un organo la complessa macchina dei trapianti si mette in moto. Squadre composte da tre chirurghi si muovono per andare a verificare che l’organo segnalato abbia le caratteristiche adatte ad essere impiantato sui riceventi. I pazienti in attesa vengono allertati e da qualunque parte di Italia provengano nel giro di poche ore arrivano in sala operatoria grazie alla collaborazione di 118, Protezione Civile, Forze Armate.

Alla buona riuscita di un trapianto non lavorano però soltanto i chirurghi, ma decine e decine di professionisti fuori e dentro l’ospedale, dall’anatomia patologica, all’anestesia e rianimazione, alla microbiologia, alla terapia intensiva, ai nefrologi, agli epatologi e a tutti gli infermieri e professionisti dell’Istituto.

(ANSA)