Marescotti, parla la moglie: “Sarebbe sorpreso da questo grande abbraccio collettivo”
27 Marzo 2023 / Enea Conti
“Ivano, una persona tanto umile quanto grande. Così grande che non bastano le parole per raccontarlo, per descriverlo”. Per parlare di suo marito Ivano Marescotti, morto ieri a 77 anni a Ravenna Erika Leonelli, terza moglie dell’attore, sceglie usare il presente. “Non potrei fare diversamente”, dice. Domani a Bagnacavallo sarà aperta la camera ardente nella Sala Oriani dell’ex convento di San Francesco a Bagnacavallo e mercoledì il corpo dell’attore sarà cremato nella Città dei mosaici. ‘Stella…mi dispiace’, mi ha detto prima di morire”. La relazione tra Marescotti e Leonelli era iniziata sei anni fa quando lei, ora quarantanovenne era sua allieva al Tam, la scuola di teatro fondata dall’attore a Marina di Ravenna. Da qualche tempo l’attore nativo di Villanova di Bagnacavallo era malato di tumore e di recente aveva annunciato il suo addio alle scene.
Erika Leonelli, per molti la morte di Ivano Marescotti, malato da tempo, è stata comunque quasi inattesa…che cosa è accaduto negli ultimi giorni?
“Negli ultimi giorni c’è stato un aggravamento tanto rapido quanto grave. Non ci aspettavamo che la situazione precipitasse così all’improvviso e in maniera così violenta. Una violenza che abbiamo attraversato insieme: credo che questo grande amore lo abbia aiutato. Perchè ci vuole davvero tanto amore per traghettare una persona nel trapasso. ‘Stella mi dispiace…’ mi ha detto, prima di morire”.
Quando vi eravate conosciuti?
“Ci siamo conosciuti nel 2017, facevamo un corso di teatro, lui era l’insegnante. Alla fine del corso, come si dice in questi casi, si dichiarò. Ci sposammo cinque anni dopo”.
Riesce a dipingerci un piccolo ritratto di Ivano Marescotti?
“Per me Ivano “è”. Per parlare di lui voglio usare consapevolmente il tempo presente. Perché per me Ivano è talmente grande che non bastano le parole per descriverlo. È un uomo libero nell’azione e nel pensiero. È un uomo integro, un uomo tragico e comico allo stesso tempo. Un uomo acuto, intelligente, un grande osservatore. Un genio artistico e creativo, in tutti i sensi. Ho avuto il piacere di seguirlo in questi anni nel suo lavoro e ogni volta che Ivano diceva la sua emergeva il suo valore aggiunto. Un valore che spaccava ed emergeva”.
Che cosa ricorda di più di suo marito?
La sua grande umiltà. Che è un grande dono. Oggi Ivano sarebbe probabilmente sorpreso dal grande affetto, dal grande amore da cui siamo sommersi in questi giorni. Lui, che è molto ironico, avrebbe detto: “Ma siete sicuri? Ridendosela di gusto. Credo che l’umiltà sia un suo forte connotato. Umile è un aggettivo che viene da humilis che significa vicino alla terra. Ivano, come molti sanno, è legatissimo alle sue origini, a Bagnacavallo, alla Romagna. Sa trasmettere ai romagnoli l’orgoglio di riconoscersi nella loro romagnolità. L’importanza di capire che solo se sappiamo da dove veniamo possiamo andare lontano andando in giro per il mondo. E Ivano è come il suo monologo sulla Romagna: non è mai giudicante. Per lui tutto è sempre possibile, tutto in evoluzione. È una persona di una grande intelligenza che riconosce sempre i propri errori quando li commette.
E le sue idee?
Ivano non ha mai seguito partiti, idee, colori. Le idee le esprimeva volta per volta. E quello che diceva spesso era un nutrimento per gli altri. Io sono convinta che fosse un intellettuale, anche se lui non amava troppo questa definizione. Mi sento grata e onorata per questo incontro. Per questi anni insieme, per il suo terzo matrimonio, con me”.
La sua accademia continuerà l’attività?
“L’accademia continuerà la sua attività. Io mi occupavo della parte organizzativa, ma lui era il direttore artistico. Dopo questo momento che mi sta travolgendo devo capire come continuare. Devo capire che profili individuare che siano all’altezza di Ivano Marescotti”.