Home___primopianoMassacrò di botte la fidanzata, a processo rampollo della “Rimini bene”

Gli episodi risalgono al biennio 2020 - 2021. A denunciarlo fu il padre della vittima


Massacrò di botte la fidanzata, a processo rampollo della “Rimini bene”


30 Maggio 2024 / Redazione

Un 39enne della “Rimini bene” è stato rinviato a giudizio e finirà a processo per maltrattamenti, commessi nei confronti della sua ex ragazza, con cui in passato aveva convissuto nel centro storico di Rimini. A rinviarlo a giudizio è stato il gup Raffaele Deflorio dopo le indagini condotte dalla Squadra Mobile, coordinate dal pm Davide Ercolani

Membro di una famiglia molto nota in città, era stato denunciato nell’estate del 2022 dal padre della donna vittima delle sue violenze. In passato, anche un’altra sua ex fidanzata raccontò che il compagno era particolarmente violento. L’uomo, per la cronaca, è gravato da precedenti: era finito agli arresti domiciliari per un giro di spaccio di droga e per prostituzione.

La relazione ebbe inizio nel 2020 e le violenze sarebbero iniziate sette mesi dopo.  Era il 18 agosto del 2021 quando la coppia cenò in un ristorante di una delle zone più frequentate della città. Lui, il 37enne, aveva litigato con alcune persone sedute al tavolo vicino, e lei una volta rientrati a casa, stando a quanto raccontato, lo aveva rimproverato.  Per tutta risposta lui avrebbe reagito colpendola con ugni sul visto e sul tutto il corpo dopo averla scaraventata sul letto per poi, infine, spingerla e farla cadere a terra.

Le conseguenze furono gravi perchè la ragazza batté violentemente la testa sul pavimento: solo che in questa e in alte occasioni la giovane, stando a quanto appurato dagli inquirenti, chiese di non refertare le lesioni «per non denunciarlo».

Tuttavia il 5 gennaio scorso la stessa vittima decise di scappare dalla casa in cui conviveva con il compagno e di rifugiarsi da un’amica dopo essere stata ferita allo zigomo, come attestato anche dalle fotografie inviate da lei al padre, che mostravano il suo volto tumefatto.

Qualche tempo dopo fu una passante a soccorrere la trentenne, a pochi passi dall’Arco D’Augusto, in pieno centro a Rimini: la sua attenzione era stata attirata dalla giovane che per arginare le ferite tentava in tutti i modi di tamponare la fuoriuscita di sangue dalla nuca.

Già nel 2021 il padre era intervenuto denunciando le violenze subite dalla figlia, preoccupato anche per alcune fratture che la giovane aveva subito al perone e alla tibia. Solo che all’epoca il Gip aveva accolto la richiesta di archiviazione del pm dopo che la stessa vittima delle violenze aveva spiegato che “tutto era tornato a posto”.