Dopo la “Pedrosa” che è cura per l’anima, torniamo, come dice il mio amico di Cesena, al “corpo” che non deve patire mai. Parliamo insieme a Piero Maldini di “Gnaf” ovvero di Salvatore Ghinelli da Rimini. Già il soprannome mi è simpatico. Non esiste traduzione, e Gnaf è Gnaf, punto e basta. Oggi non c’è più nessuno che si chiami Gnaf, neanche un cane o un gatto, e, al posto del Ristorante San Michele, c’è un locale dove dicono, si mangia cinese. Come sempre il mio pistolotto legato all Rimini dove quando facevi il corso, conoscevi tutti e le patacate condivano il quotidiano, e anche la notte profumava di tigli e cazzate. Parlare di enogastronomia con il mio maestro è uno sballo. Non c’è argomento dove il ragazzo lo trovi impreparato. C’è intelligenza, ironia, ricerca, studio, c’è l’intellettuale, il buongustaio, il politico, il riminese. Insomma, c’è tutto. De Gnaf, delle sue ricette, della storia di Rimini, di tutto quello che ci pare e vi pare, parleremo mercoledì 12 con un tramonto footonico, alle 19 a “Notevolo”, l’ex tiro a volo sulla Marecchiese, in riva al fiume.
Rurali sempre.
Enrico Santini
