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Insorge il il Centro Francesco Lorusso - Carlo Giuliani che per il Carabiniere propone la "condanna mediatica" e annuncia che si costituirà parte civiile


Ministro Crosetto propone encomio solenne per maresciallo Masini di Villa Verucchio


10 Gennaio 2025 / Redazione

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dato indicazione al comandante generale dei carabinieri, in accordo con quanto auspicato dalla premier Giorgia Meloni, “di concedere un encomio solenne – quale prima attestazione di merito – al luogotenente carica speciale dei carabinieri Luciano Masini, comandante della stazione di Villa Verucchio”.

Come rportato dall’ANSA, lo annuncia lo stesso ministro su X spiegando che “il luogotenente Masini si è distinto la sera del 31 dicembre scorso intervenendo con coraggio e professionalità nella piazza del paese, a rischio della propria incolumità, per fermare un pericoloso individuo che aveva già tentato di accoltellare a morte quattro persone.

Il suo esempio virtuoso – sottolinea Crosetto – si unisce a quello di tanti altri operatori di polizia che ogni giorno dimostrano saggezza, coraggio e dedizione nel loro servizio”.

Di tutt’altro avviso il Centro Francesco Lorusso – Carlo Giuliani di Bologna che per il militare propone «la condanna mediatica» e – come riferisce l’Agnezia DIRE – intende costituirsi parte civile nel processo per «contribuire al provvedimento finale», sottolinea il portavoce Vito Totire.

I mezzi utilizzati dalle Forze dell’ordine, argomenta, devono essere «proporzionati al rischio e ai pericoli da gestire», e gli interventi devono essere «professionali, con disponibilità per gli operatori dei mezzi e delle risorse umane e tecniche necessarie». Tra l’altro, prosegue, «esistono linee guida» sulla gestione delle crisi psichiatriche per «minimizzare gli effetti delle azioni di contenimento».

Per l’episodio di Villa Verucchio il Centro non è a conoscenza di eventuali linee guida delle Forze dell’ordine ma sorge «il dubbio che siano necessarie ed urgenti azioni di miglioramento». Perchè, prosegue Totire, se al cardiochirurgo si chiede di non operare con il coltello da cucina, al tutore dell’ordine occorre chiedere «una valutazione rigorosa del bilancio tra l’uso dei mezzi di deterrenza e i loro effetti».

Ma nello specifico c’è anche «un problema di errore-colpa di organizzazione». Alla pistola tradizionale si possono trovare infatti delle alternative, dal taser ai proiettili con psicofarmaco che induce il sonno, senza dimenticare possibili dispositivi di protezione individuale contro i coltelli e il possibile documento di valutazione del rischio della Questura.

Qualche politico, conclude Totire, ha ipotizzato la necessità di formazione sul campo per i magistrati affinché smettano di perseguitare gli esponenti delle Forze dell’ordine, invece per il centro Lorusso «un altro ordine pubblico è possibile» e «la prassi della sparatoria evitabile non è accettabile». Ecco perchè l’ente intende costituirsi parte civile «non contro chi ha aperto il fuoco ma a favore di una gestione diversa dell’ordine pubblico».


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