Morì schiacciato dai bancali mentre rubava acqua, direttore Conad assolto. Familiari: “Faremo ricorso”
24 Maggio 2024 / Redazione
Un 65enne di Pesaro, legale rappresentante del supermercato Diamante di Cattolica, era finito sotto processo per la morte di un uono, travolto dai bancali depositati nel cortile mentre tentava di rubare un bottiglietta d’acqua. Ma il tribunale di Rimini lo ha assolto “perché il fatto non sussiste”.
Spiega il suo difensore, avvocato Gian Paolo Colosimo: “Dal dispositivo, le cui motivazioni verranno emesse nel termine di giorni 90, si coglie come il giudicante abbia svolto operosa applicazione dei principi delineati dalla giurisprudenza penale attuale, con particolare riguardo alla pronuncia emessa nel giudizio di Cassazione inerente la c.d. “strage di Viareggio”, ritenendo non sussistente il fatto nella sua materialità per assenza di nesso causale tra le condotte astrattamente riferibili alla gestione del responsabile aziendale imputato e l’evento luttuoso, avendo la vittima attivato – per volontario e autonomo fatto proprio – un comportamento eccentrico rispetto all’area di rischio riferibile all’attività di impresa. In altri termini, dell’infortunio non risponde il garante datoriale della sicurezza laddove il terzo – come nella vicenda di specie, in cui è stato asportato un quantitativo di acqua minerale pari a un/terzo della superficie di appoggio del bancale (del peso complessivo di circa una tonnellata) – abbia posto in essere un comportamento di volontaria esposizione a pericolo. SOGEAL S.r.l., società esercente questo e altri punti vendita CONAD, mio tramite esprime – fermo restando il massimo ossequio umano per la tragedia occorsa – soddisfazione per il riconoscimento di avere operato, in questo come in ogni altro caso, nelle condizioni di massimo rispetto di ogni regola cautelare per l’incolumità di dipendenti e terzi e in piena osservanza di ogni standard di sicurezza esigibile”.
Il Pubblico ministero Stefano Celli aveva chiesto la condanna del legale rappresentanto a mesi 4 di reclusione; la parte civile, rappresentata dall Avv. Massimo Vico e costituitasi per i parenti della vittima aveva richiesto € 700.000 di risarcimento: entrambe le richieste sono state respinte quale conseguenza della piena assoluzione.
Il reato contestato era quello di omicidio colposo in concorso (con la condotta della vittima). Il magistrato inquirente Paolo Gengarelli aveva rilevato un concorso di colpa della vittima, che quella notte aveva prelevato tre bottiglie rompendo la pellicola che avvolgeva il pellet, per poi ritornare dopo alcune ore a sfilarne altre due. A quel punto però il grande cumulo di confezioni era crollato, schiacciandolo sotto il suo peso. Il corpo del 47enne era stato trovato la mattina dopo dai primi dipendenti giunto al lavoro.
Secondo il magistrato però l’indagato avrebbe dovuto valutare il potenziale pericolo determinato dall’accatastamento di più bancali d’acqua sul retro all’esterno del supermercato, una zona accessibile a tutti vicina la parcheggio. Inoltre non vi erano cartelli che avvertissero del rischio generato dall’eventuale manomissione dei bancali.
I familiari tramiti il legale Massimo Vico hanno annunciato che faranno ricorso in Apello.