Nelle prime ore di questa mattina 16 luglio, personale della Squadra Mobile di Rimini e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza, con la quale il Giudice per le Indagini Preliminari presso li Tribunale di Rimini, su richiesta di questa Procura della Repubblica, ha disposto nei confronti di Louis Dassilva la custodia cautelare in carcere. La misura cautelare è stata emessa per li reato di omicidio ai danni di Pierina Paganelli, commesso ni data 3 ottobre 2023 alle ore 22:13 a Rimini, in via del Ciclamino, all’interno di un vano della zona garage del condominio, ove la vittima abitava. La donna era stata uccisa con 29 coltellate, delle quali una delle ultime aveva attinto la regione sottoclaveare destra, raggiungendo l’aorta intrapericardica, cagionandone li decesso dopo pochi secondi.
lI GIP ha ritenuto la sussistenza delle tre aggravanti contestate, previste dall’ art. 576 comma 1nr.2) c.p. in relazione agli artt. 61 nr. 1) e 4) e dall’ art. 61 nr.5) c.p. per avere commesso li fatto per futili motivi, per avere agito con crudeltà nei confronti della vittima e per avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa. “Considerato il clamore mediatico suscitato dall’omicidio (ai danni di un’anziana, colpita con plurime coltellate), si ritiene doveroso fornire le seguenti informazioni, per evitare l’eventuale propagarsi di notizie inesatte. E’ altresì doveroso ricordare che la posizione di Dassilva è quella di indagato, nei cui confronti vige la presunzione di innocenza”, sottlinean gli inquirenti.
lI GIP ha ritenuto la gravità indiziaria sulla base di una pluralità di indizi, connotati da gravità, precisione e tra loro di “indubbia concordanza”. Tra questi si cita, per la rilevanza e la svolta che ha impresso alle indagini, la videoripresa di una telecamera di via Ciclamino che, tra le ore 22.17.02 e 22.17.08, ritraeva un soggetto (ripreso di spalle), mentre camminava in direzione del portone del civico 31.
Pur nella scarsa qualità dell’immagine, la persona raffigurata risultava di carnagione scura. Dagli accertamenti emergeva che l’unico abitante di colore nel condominio 31 (come in quelli limitrofi) era l’indagato. Tale circostanza era di particolare interesse, poiché Dassilva, sia nelle dichiarazioni rese al P.M. (quale persona informata sui fatti prima e quale indagato poi), così come nelle plurime interviste rilasciate nelle varie trasmissioni televisive, ha sempre asserito di essere rimasto a casa dalle ore 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo. Si è pertanto prospettata l’ipotesi che DASSILVA avesse compiuto l’omicidio e fosse uscito al fine primario di liberarsi dell’arma, non rinvenuta dalla polizia giudiziaria, per poi rientrare nel proprio appartamento. Per verificare la fondatezza di tale ipotesi sono stati espletati plurimi accertamenti, finalizzati a riscontrare l’identificazione del soggetto ritratto. Come gia anticipato, la videoripresa, per la scarsa qualità dell’immagine, non ha consentito una sovrapposizione comparativa quanto ai tratti fisiognomici tra li soggetto ripreso ed altre persone.
È stato, però, possibile confermare, anche tramite analisi tecniche che, per la pigmentazione, li soggetto ripreso era sicuramente di carnagione scura. Gli ulteriori approfondimenti svolti hanno avuto esito positivo, fornendo anche un importante elemento individualizzante, costituito dalla particolarità di un marcato movimento della spalla destra, molto sovrapponibile a quello riscontrato in video ritraenti DASSILVA (comparazione oggetto di specifica CTU). Avuta conferma dell’identificazione, sono stati svolti specifici accertamenti sui tempi, per verificare se l’intervallo tra la commissione dell’omicidio e l’orario della ripresa della telecamera (22.17) fosse compatibile con quello richiesto per percorrere li tragitto tra li vano, ove era avvenuta l’aggressione e li ritorno al condominio del civico 31. Le verifiche compiute hanno avuto esito positivo.
lI GIP, valutate le investigazioni svolte, ha ritenuto connotata di gravità indiziaria l’identificazione in Dassilva dell’ignoto ripreso dalla telecamera tra le ore 22.17.02 e le ore 22.17.08. “Connotano di gravità l’indizio: la compatibilità della persona ripresa dalla telecamera con quella dell’indagato per carnagione, deambulazione (con marcato movimento di estensione della spalla destra), corporatura; il tragitto del soggetto ripreso, sicuramente diretto all’ingresso del civico 31; il fatto che nell’orario indicato nessun altro sia entrato nel condominio 31 come in quelli limitrofi; li fatto che l’unica persona di colore residente al Villaggio San Martino sia l’ indagato”.
Ulteriore riscontro è stata ritenuta l’altezza dell’indagato (cm 184), compatibile con quella dell’assassino, come evidenziato nella consulenza autoptica, che ne rimarca l’altezza significativamente superiore rispetto a quella della vittima. Altra compatibilità è “l’essere Dassilva destrimane, come l’autore dell’omicidio, secondo le conclusioni del CTU medico legale”. lI GIP ha ritenuto altresi che dagli esperimenti e rilievi tecnici sia emersa la compatibilità delle tempistiche del crimine con gli spostamenti dell’indagato e le riprese della videocamera alle ore 22.17. L’argomento incide sulla valutazione dell’alibi dell’indagato, che ha sempre sostenuto di non essere uscito da casa. lI GIP ha rilevato la falsità dell’alibi, non solo smentito dalle riprese della telecamera, “ma non riscontrato nemmeno dai plurimi accertamenti tecnici compiuti sul telefono dell’indagato e sugli applicativi in esso installati”. Intorno all’orario in cui è stato commesso l’omicidio, Dassilva era sicuramente sveglio, poiché aveva letto un messaggio ricevuto alle 21:44 ed era connesso alla piattaforma Netflix fino alle ore 22:06. L’apparecchio telefonico era riutilizzato alle ore 22:38.
Tale intervallo di tempo, osserva li GIP, ha permesso all’indagato di scendere al piano seminterrato, uccidere l’anziana donna, uscire dal condominio per disfarsi dell’arma e fare, infine, rientro in abitazione. lI GIP ha rimarcato anche plurimi “depistaggi” posti in essere dall’ indagato, nel tentativo di allontanare i sospetti (come la zoppia conseguente all’incidente del 2.10.2023, falsa o comunque enfatizzata – questione oggetto di CTU -o la ritardata consegna alla Polizia Giudiziaria degli abiti e delle scarpe). Il movente è individuato dal GIP nella relazione amorosa (e nel timore della sua scoperta), che univa come unisce l’indagato a Manuela Bianchi.
La relazione è stata ricostruita nelle indagini, anche grazie a plurime intercettazioni (comprese quelle telematiche), sia per la fase antecedente l’omicidio che per quella successiva. lI GIP ha concluso, osservando che, se lette all’unisono tutte le circostanze che connotano il delitto, la posizione dell’ indagato si aggrava ulteriormente perché risultano “del tutto inverosimili le piste alternative di un ignoto proveniente dall esterno del condominio” (osserva il GIP che l’azione rileva un movente fomentato da rancori personali, che l’azione è stata fulminea e che pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’arrivo dell’autovettura della vittima).
Per completezza si osserva che “la conclusione del GIP è altresi avvalorata dall’esito negativo delle indagini, espletate per verificare eventuali piste alternative (investigazioni svolte con accertamenti bancari, acquisizione di tabulati, di videoriprese, assunzione di sit)”. Anche l’ipotizzato collegamento con l’incidente occorso a Giuliano Saponi si è rilevato “insussistente”, alla luce degli accertamenti tecnici, svolti nel relativo procedimento ed acquisiti agli atti.
Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Rimini, sono state svolte dalla Squadra Mobile di Rimini, dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e, per quanto concerne le indagini tecniche, dal Servizio Polizia Scientifica di Roma e dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Bologna, “che hanno assicurato professionalità e la massima disponibilità”.