HomePoliticaMurales, Montevecchi incalza: “Umanità perduta, meglio una madre che allatta”

Il consigliere leghista non ferma le polmiche


Murales, Montevecchi incalza: “Umanità perduta, meglio una madre che allatta”


3 Aprile 2023 / Redazione

Il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi continua a polemizzare sul murale di Via Savonarola già oggetto di critiche e della difesa del sindaco Jamil Sadegholvaad. 
Di seguito la risposta alle parole del primo cittadino. Nell’immagine di copertina la foto pubblicata su Facebook da Montevecchi
“Caro Sindaco di Rimini Jamil, il “Montevecchi di turno” che chiami in causa, quando affermi (a proposito del murales che hai autorizzato) che in quella figura maschile che allatta al seno vedi il “magico mistero della paternità”, ti vorrebbe ricordare che la paternità non può essere un uomo che allatta. Non servono scienziati per capirlo. Essendo padre, dovresti comprenderlo molto bene anche tu come chiunque altro, senza il bisogno di provare ad emulare a casa propria la suddetta scena.
Il “Montevecchi di turno” non pensa che “essere padre significhi solo portare a casa lo stipendio o fare la parte del poliziotto cattivo”, come tu vorresti dipingerci in modo caricaturale (mentre sul fatto che “porta i calzoni” sì, perchè perlomeno io non mi metterò mai la gonna). Il “Montevecchi di turno” non crede che il papá sia la persona senza emozioni che tu ritieni che noi pensiamo. Il papà è un uomo che ama tanto i propri figli e che è disposto a dare la vita per loro, ma ciò non significa sostituirsi alla madre: il seno materno non lo concede il padre, come vorrebbe il murales. Parità non significa cancellare le differenze, che sono una ricchezza. Padre e madre sono diversi e complementari con il proprio e indispensabile ruolo e con il proprio unico amore.
Il “Montevecchi di turno” crede che l’unica mano di vernice che è stata passata sia quella sulla coscienza da parte di certi amministratori che si sono piegati alle ideologie contro l’uomo, vedi le trascrizioni di atti di nascita di bambini (innocenti) come “figli di due papà”, commissionati, comprati e programmati tramite la criminale, illegale e barbara pratica dell’utero in affitto.
Il “Montevecchi di turno” sarebbe anche curioso di sapere cosa ne pensano i consiglieri “cattolici di maggioranza” come Zamagni, Guaitoli e Soldati di questa conclamata svolta estrema e “transfemminista” del loro Sindaco che difende e legittima un murales crudele nei confronti dei bambini, offensivo nei confronti delle madri in quanto mortifica uno dei gesti più amorevoli che esistano in natura e provocatorio nei confronti del popolo cristiano e non solo, collocato sfacciatamente proprio davanti alla Chiesa di San Nicolò.
Il “Montevecchi di turno” ti vorrebbe assicurare che, a differenza tua, sa distinguere un Michelangelo o un Caravaggio da un uomo che allatta un bambino. Sa ancora distinguere l’arte dal decadimento culturale.
Caro Jamil, le opere fanno parlare, è vero. Ti voglio rispondere con l’immagine più controrivoluzionaria che si possa mostrare in questi tempi per cercare di recuperare l’umanità perduta: una dolce madre che allatta. Maria che allatta Gesù. Una straordinaria opera di Michelangelo del 1525. Perché la realtà e la bellezza vincono e vinceranno sempre su ogni triste ideologia”.