Home___primopianoNAS indagano filiera del caffè da Bologna a Rimini, attività sospese per 11 milioni e 35mila kg sequestrati – VIDEO

I Carabinieri hanno trovato "diffuse irregolarità", dalla presenza di microtossine a prodotti scaduti: 28.000 euro di sanzioni amministrative


NAS indagano filiera del caffè da Bologna a Rimini, attività sospese per 11 milioni e 35mila kg sequestrati – VIDEO


3 Maggio 2024 / Redazione

Attività sospese “per un valore di circa 11 milioni di euro, oltre 35.000 chili di caffè (del valore di circa 820.000 euro) sequestrati e 28.000 euro di sanzioni amministrative”. Questo il bilancio dei controlli svolti nel mese di aprile dai Carabinieri del Nas di Bologna in una serie di aziende della filiera produttiva del caffè. Le ispezioni, eseguite nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, hanno fatto emergere “diffuse irregolarità, soprattutto per quanto riguarda la presenza di micotossine nocive per l’uomo ed il riconfezionamento e la reimmissione in commercio di caffè con scadenza superata anche da anni”.

Complessivamente, dettagliano i militari, sono stati eseguiti “22 controlli, ravvisando criticità in 11 occasioni, specialmente nelle aziende delle provincie di Bologna e di Forlì-Cesena”. In particolare, in uno stabilimento del bolognese è stata riscontrata l”‘avvenuta tostatura, nonché il confezionamento e il conseguente parziale trasferimento in una piattaforma logistico-distributiva, di 20.000 chili di caffè sfuso o confezionato in diversi formati nei quali erano stati miscelati 2.400 chili di caffè proveniente dall’Etiopia”, che da analisi di laboratorio “sono risultati contaminati da Ocratossina A”. Tutto il prodotto è stato sequestrato e bloccato prima della sua distribuzione. Sempre in provincia di Bologna, in un’azienda di torrefazione sono stati sequestrati “oltre 9.200 chili di caffè con data di scadenza superata anche da diversi anni, parzialmente nascosti da alte pile di cartoni e stoccati nei pressi di una tramoggia aperta sulla linea di confezionamento di caffè macinato”. Sono poi stati sequestrati anche “800 chili di caffè confezionato con involucri nei quali erano indicate, come ditte produttrici, nomi di aziende cessate di attività ormai da anni”.

Inoltre, su richiesta dei militari, l’attività dello stabilimento è stata sospesa dall’Ausl, in quanto “la struttura versava in condizioni igienico-sanitarie e strutturali carenti, con sporcizia diffusa ovunque, pavimenti in calcestruzzo non lavabili e deteriorati, distacchi di intonaci dalle pareti macchiate da infiltrazioni d’acqua e pioggia cadente dal tetto danneggiato e mai ripristinato”. In un’altra azienda della provincia di Bologna sono poi stati sequestrati “oltre 3.000 chili di caffè con scadenza superata da anni, rientrati dalla grande distribuzione, che venivano estratti dalle vecchie confezioni e sversati nei medesimi silos per diventare poi parte integrante, con percentuali anche superiori al 50%, di nuovo prodotto confezionato come caffè convenzionale”. Nella stessa azienda è inoltre emersa “la presenza di bidoni contenenti rifiuti alimentari e residui di cibo andato a male all’interno del locale di tostatura, considerato off-limits per i non addetti e nel quale è assolutamente vietato mangiare e bere”. Nelle pertinenze di un’azienda dell’area di Imola venivano invece “stoccate diverse tonnellate di caffè e altri prodotti (zucchero, caffè d’orzo, cacao) in un grande immobile acquisito da un’azienda dismessa e in uso da circa 10 anni”. Il deposito, oltre a versare in condizioni igienico-sanitarie e strutturali critiche, veniva utilizzato anche come “disordinato rimessaggio di materiali e generi non pertinenti all’esercizio, come mobili, divani, alambicchi da distillazione, laterizi, legnami, macchinari dismessi e perfino una barca della lunghezza di cinque metri”. Per questi motivi, il magazzino è stato sospeso ed interdetto all’utilizzo dall’Ausl.

Nel forlivese, infine, è stata sospesa l’attività di un’altra industria del settore, in quanto al suo interno “sono state ravvisate modalità gestionali e operative ormai superate da decenni e non confacenti all’attuale normativa”, specialmente riguardo “alla tenuta della rintracciabilità e della tracciabilità delle materie prime e del prodotto finito”. Come se non bastasse, è emersa “un’infestazione da lucertole e roditori per la quale il personale aziendale aveva ritenuto di distribuire a terra, in più punti della torrefazione e a ridosso del caffè da lavorare o già lavorato, dei cartoni cosparsi di mastice e delle spennellate di colla direttamente sul pavimento, oltre a mucchietti di granaglie avvelenate”. Questo, ovviamente, “in totale inosservanza delle disposizioni di legge in materia di lotta agli infestanti e senza considerare il potenziale rischio di contaminazione dei prodotti alimentari a causa di animali già avvelenati ed agonizzanti, che avrebbero potuto circolare nello stabilimento prima di morire”.

Il video dei NAS:

(Agenzia DIRE)